domenica 14 dicembre 2014

Alien - Edizione 35° anniversario (Alien)





Il film è un capolavoro del fantahorror.
Video perfetto da scansione 4K del negativo.
In allegato l'ottima graphic novel d'epoca.
Prezzo abbastanza basso.
Audio accettabile nonostante l'età.
Non ci sono gli extra delle antologie di Alien.


FILM: Alien è il fan­ta­hor­ror as­so­lu­to, e la più im­mer­si­va esplo­ra­zio­ne dell'igno­to, sia este­rio­re che in­te­rio­re. Il film di Rid­ley Scott è epi­der­mi­co, ine­so­ra­bi­le, ni­chi­li­sta, e co­strui­to at­tor­no ad un'uni­ca sce­na: un par­to ma­schi­le san­gui­no­so e or­ga­smi­co, e ge­ne­ran­te un mo­stro che è il pun­to ze­ro di tut­ti gli in­cu­bi sul­la pau­ra na­sco­sta. La ge­sta­zio­ne di quel par­to è fat­ta di ten­sio­ne, dif­fi­den­za, una ca­sa spa­zia­le de­gli or­ro­ri... e set­te "pic­co­li in­dia­ni" in­via­ti su un pia­ne­ta sco­no­sciu­to, do­ve han­no rac­col­to ciò che li ster­mi­nerà. Il "do­po par­to" è pia­ni­fi­ca­zio­ne di­spe­ra­ta, fu­ga in mean­dri go­ti­ci, e la sco­per­ta che nel­lo spa­zio, co­me nel fu­tu­ro, l'uo­mo non so­lo è iso­la­to, ma pu­re in­si­gni­fi­can­te. E' un film "ve­ro", Alien, così pal­pa­bi­le che si ri­guar­da per sco­pri­re se tut­to re­sta co­me la vol­ta pri­ma, così ter­ri­fi­can­te che non de­ve ri­cor­re­re all'iro­nia: e per­va­so dal ner­vo­si­smo au­ten­ti­co dei suoi pro­ta­go­ni­sti, pri­ma di far­si pa­ni­co, e pau­ra del­lo stu­pro. La sua es­sen­za è nel­lo scon­tro fra ra­zio­na­le e ir­ra­zio­na­le, e due so­no gli am­bien­ti che lo rap­pre­sen­ta­no: il pri­mo è quel­la ca­sa de­gli or­ro­ri, o astro­na­ve dal no­me con­ra­dia­no, No­stro­mo. il se­con­do è tut­to quan­to è alie­no, dal pia­ne­ta al re­lit­to do­ve gia­ce il mo­stro. Uno è un mi­cro­mon­do lo­go­ra­to, op­pri­men­te, "ana­lo­gi­co", do­ve si na­sce can­di­di e ri­pa­ra­ti, e si muo­re tra­di­ti dai com­pu­ter "azien­da­li". Di­sto­pia tec­no­lo­gi­ca mul­ti­stra­to e clas­si­sta, fat­ta di la­bi­rin­ti nei qua­li odiar­si, e do­ve ci si in­tru­fo­la per so­prav­vi­ve­re, via via più di­scri­mi­na­ti. L'al­tro è un ma­cro­mon­do fos­si­le ed estra­neo, un "pas­sa­to fu­tu­ro" che scon­vol­ge con la sua ir­ri­co­no­sci­bi­lità, ma con­nes­so all'in­con­scio per­chè fat­to del­la ma­te­ria de­gli in­cu­bi. Cioè la stes­sa ma­te­ria di cui è fat­to l'Alien, il più de­fi­ni­ti­vo de­gli in­cu­bi: quel­lo sul­la ri­com­bi­na­zio­ne bio­mec­ca­ni­ca dell'in­di­vi­duo, e la sua sper­so­na­liz­za­zio­ne nel ci­clo più estre­mo di ses­so e pa­ras­si­ti­smo. Per­fet­ta espres­sio­ne di ciò che l'uo­mo te­me, o in cui te­me di evol­ve­re: car­ne me­tal­li­za­ta e co­scien­za os­si­fi­ca­ta. D'al­tron­de Alien è an­che un film sull'evo­lu­zio­ne, ed evol­ve lui stes­so: ad esem­pio nel de­fi­ni­re i per­so­nag­gi, tra­sfor­man­do una com­pri­ma­ria in eroi­na, op­pu­re ne­gli shock, pas­san­do dal "par­to" al­lo sve­la­men­to di un an­droi­de vio­len­ta­to­re con im­mu­ta­ta ca­pa­cità di sba­lor­di­re. Ed evol­ve nei suoi equi­li­bri: per­chè ad un cer­to pun­to il ne­mi­co dell'uo­mo non è più l'alie­no, ma quell'astro­na­ve/in­du­stria che vuo­le "au­to­di­strug­ger­lo", do­po aver­lo ab­ban­do­na­to, e dal­la qua­le fug­gi­re. Ma fug­gi­re do­ve? For­se ver­so un in­ti­mo in­con­tro con la crea­tu­ra, qua­si nel ten­ta­ti­vo in­con­scio di ac­cop­piar­si: di nuo­vo can­di­di, e pron­ti a dor­mi­re fi­no al­la suc­ces­si­va ri­na­sci­ta.... però con la con­sa­pe­vo­lez­za che nel­lo spa­zio, co­me nel fu­tu­ro, il ve­ro alie­no è l'uo­mo.






PREMESSA: l'edi­zio­ne 35° an­ni­ver­sa­rio di Alien con­si­ste in un'ele­gan­te con­fe­zio­ne car­to­na­ta ne­ra, con all'in­ter­no il film in cu­sto­dia ama­ray, più la gra­phic no­vel di 68 pa­gi­ne "Alien: the il­lu­stra­ted sto­ry". Il fu­met­to, con te­sti in in­gle­se, è la ver­sio­ne in mi­nia­tu­ra di quel­lo usci­to nel 1979, e re­pe­ri­bi­le an­che in li­bre­ria tra­dot­to in ita­lia­no. Il Blu-Ray è lo stes­so già usci­to in pas­sa­to, sin­go­lar­men­te o nel­le va­rie an­to­lo­gie, men­tre la fa­scet­ta è una nuo­va ver­sio­ne che ri­cal­ca quel­la già uti­liz­za­ta all'este­ro, e nel­la qua­le è ri­trat­to l'alie­no an­zi­ché l'uo­vo. Po­te­te ve­de­te il fron­te re­tro qui sot­to, as­sie­me al­la co­ver del fumet­to.






Il di­sco in­clu­de due ver­sio­ni del film (ot­te­nu­te via seam­less bran­ching), ov­ve­ro l'ori­gi­na­le del 1979 e la Di­rec­tor's cut del 2003, pro­iet­ta­ta an­che al ci­ne­ma. Que­st'ul­ti­ma in­te­gra nuo­ve sce­ne (ad esem­pio quel­la in cui Ri­pley sco­pre Brett e Dal­las - que­st'ul­ti­mo an­co­ra vi­vo - "in­ca­sto­na­ti" nel ni­do dell'Alien), e ne am­plia al­tre, ma pre­sen­ta an­che tan­ti pic­co­li ta­gli che fan­no di­mi­nui­re la du­ra­ta com­ples­si­va ri­spet­to al mon­tag­gio ori­gi­na­le (116 mi­nu­ti an­zi­ché 117). Il "nuo­vo" film è so­stan­zial­men­te ana­lo­go al­la pri­ma ver­sio­ne, con un po' più di rit­mo ma qual­che in­qua­dra­tu­ra trop­po ri­ve­la­tri­ce (ad esem­pio quel­la dell'Alien "ap­pe­so" al­le ca­te­ne, po­co pri­ma di uc­ci­de­re Brett), e sen­za al­cu­ni fram­men­ti che nell'edi­zio­ne ori­gi­na­le ac­cre­sce­va­no la ten­sio­ne fra i per­so­nag­gi (il di­ver­bio fra Ri­pley ed Ash in in­fer­me­ria). In ogni ca­so lo stes­so Rid­ley Scott am­met­te nell'in­tro­du­zio­ne che la nuo­va "re­lea­se" non in­ten­de so­sti­tui­re la pre­ce­den­te, e che que­st'ul­ti­ma ri­ma­ne la sua pre­fe­ri­ta.


QUALITA' VIDEO (10 su 10): Il vi­deo di Alien è for­se il più per­fet­to mai vi­sto in un ti­to­lo di ca­ta­lo­go. Il for­ma­to d'im­ma­gi­ne è l'ori­gi­na­le 2.40:1, e la com­pres­sio­ne AVC Mpe­g4, con un bi­tra­te di 26 Mbit. Il ma­ster ri­sa­le al 2010 ed è ot­te­nu­to da una scan­sio­ne da ne­ga­ti­vo più re­stau­ro 4K rea­liz­za­to da Lo­w­ry di­gi­tal (gli stes­si dei va­ri 007 e Star Wars). Fin dal­le pri­me bat­tu­te, e do­po l'in­qua­dra­tu­ra con le scrit­te in so­vrim­pres­sio­ne, il qua­dro "esplo­de" con una ni­ti­dez­za stre­pi­to­sa. I det­ta­gli so­no fi­nis­si­mi, la com­pat­tez­za da re­cord, e la gra­na più "par­ti­cel­la­re" che mai. Sa­reb­be ba­sta­to un fi­lo di pu­li­zia di­gi­ta­le in ec­ces­so per ro­vi­na­re la strut­tu­ra "or­ga­ni­ca" del qua­dro: ma ciò non è ac­ca­du­to, e que­sto ga­ran­ti­sce una re­sa pre­ci­sa e fil­mi­ca del gi­ra­to 35mm ana­mor­fi­co ori­gi­na­rio (com­pre­se pia­ce­vo­li ru­vi­dez­ze e pa­sto­sità "ti­pi­che"). Il con­tra­sto è al­tret­tan­to ec­ce­zio­na­le e ren­de le im­ma­gi­ni an­co­ra più scol­pi­te, com­pli­ce un ne­ro tri­di­men­sio­na­le e mai op­pri­men­te an­che quan­do, per ra­gio­ni fo­to­gra­fi­che, na­scon­de por­zio­ni del qua­dro. Le sce­ne che la­scia­no a boc­ca aper­ta non si con­ta­no, e so­no ri­par­ti­te fra gli am­bien­ti dell'astro­na­ve No­stro­mo, e del re­lit­to alie­no. Gli ele­men­ti dei set ri­sal­ta­no in una se­rie in­fi­ni­ta di se­quen­ze "re­fe­ren­ce": dal­le su­per­fi­ci dell'astro­na­ve al­le tu­ba­tu­re dei cor­ri­doi, e quin­di pan­nel­li, in­ter­rut­to­ri, ca­vi, pol­tro­ne, lu­ci, mac­chi­na­ri, mo­ni­tor e via di­cen­do. Le lo­ca­tion spic­ca­no in mo­do im­pres­sio­nan­te, sen­za ac­cen­tua­zio­ni ar­ti­fi­cio­se do­vu­te all'ed­ge en­ha­ce­ment, e con una ta­le na­tu­ra­lez­za da far­le sem­bra­re di­pin­te sul­lo scher­mo. Fra le tan­te, re­sta­no nel­la me­mo­ria la stan­za dei let­ti crio­ge­ni­ci, e quel­la di "Mo­ther", il com­pu­ter di bor­do. Ma ec­ce­zio­na­li so­no an­che le va­rie po­sta­zio­ni di co­man­do, l'in­fer­me­ria e la ca­me­ra in cui Ash, l'uf­fi­cia­le me­di­co, se­gue la spe­di­zio­ne ver­so il re­lit­to. In tut­te que­ste si­tua­zio­ni il vi­deo è sta­bi­le, gra­ni­ti­co, pu­li­to ma "ana­lo­gi­co", e ben de­fi­ni­to an­che quan­do so­no pre­sen­ti so­vrap­po­si­zio­ni ot­ti­che (ad esem­pio lo spa­zio fuo­ri del­le "fi­ne­stre"). Men­zio­ne par­ti­co­la­re va a cer­ti cor­ri­doi sem­pre del­la "No­stro­mo", e quin­di ad am­bien­ti "go­ti­ci" co­me l'han­gar do­ve vie­ne as­sa­li­to Brett (Har­ry Dean Stan­ton): qui il tex­tu­re del­le su­per­fi­ci me­tal­li­che è spes­so "ra­dio­gra­fi­co", e si uni­sce be­nis­si­mo agli ef­fet­ti par­ti­cel­la­ri dell'ac­qua. Al­tra men­zio­ne va agli in­ter­ni del re­lit­to, an­co­ra una vol­ta ric­co di tex­tu­re iper­de­fi­ni­te sia nel­le pa­re­ti, sia nel guar­dia­no fos­si­liz­za­to. In par­ti­co­la­re ri­sal­ta­no os­sa e al­tre su­per­fi­ci "or­ga­ni­che", ma nei me­de­si­mi pas­sag­gi stu­pi­sco­no an­che le tu­te dei pro­ta­go­ni­sti, ca­ri­che di det­ta­gli per­fet­ta­men­te vi­si­bi­li. L'in­car­na­to è un al­tro com­par­to in cui l'im­ma­gi­ne ec­cel­le: la po­ro­sità dei vol­ti è sem­pre al­ta, e le uni­che "le­vi­ga­tu­re" so­no quel­le dei fuo­ri fuo­co. I pri­mi pia­ni stu­pi­sco­no, e co­me esem­pio ba­sta­no quel­li du­ran­te la sce­na con Dal­las nel con­dot­to di ae­ra­zio­ne, e che coin­vol­go­no tut­ti gli at­to­ri. Ma ci so­no an­che quel­li nei brie­fing, o du­ran­te la fu­ga di Si­gour­ney Wea­ver nell'ul­ti­ma par­te. Ov­via­men­te an­che l'"in­car­na­to" alie­no go­de di un det­ta­glio stre­pi­to­so, e ad­di­rit­tu­ra rac­ca­pric­cian­te nei pri­mis­si­mi pia­ni del­le uo­va, o del "fa­ce­hug­ger" sul vol­to dell'at­to­re John Hurt, e poi nel­la sce­na dell' "au­top­sia". Co­me an­ti­ci­pa­to, il con­tra­sto è spet­ta­co­la­re, ed an­che se mol­to al­to non pro­vo­ca af­fo­ga­men­ti del ne­ro, o bru­cia­tu­re di un bian­co che co­mun­que è sta­to spin­to al li­mi­te. I co­lo­ri so­no na­tu­ra­li e ab­ba­stan­za cal­di, con ot­ti­mi pri­ma­ri e mol­te sfu­ma­tu­re bei­ge, ocra o gri­gie. Co­me in mol­te scan­sio­ni 4K da ne­ga­ti­vo, fan­no ca­po­li­no do­mi­nan­ti cia­no ver­da­stre, an­che se la lo­ro pre­sen­za non sto­na con la cro­mia ge­ne­ra­le. In com­pen­so, il bian­co di mol­ti am­bien­ti è piut­to­sto neu­tro, e lo stes­so va­le nel­la sce­na con Ash "smem­bra­to" (im­pres­sio­nan­te an­che co­me im­pat­to com­ples­si­vo). Gli in­car­na­ti so­no na­tu­ra­li, pur con qual­che flut­tua­zio­ne ro­sa o aran­cio, e i pri­ma­ri con­vin­co­no con il blu che spes­so inon­da i cor­ri­doi (o gli ester­ni del pia­ne­ta alie­no) e con il ros­so del san­gue (nel­la sce­na del "par­to"). Non ci so­no spor­ca­tu­re o ar­te­fat­ti nem­me­no nel­le tin­te più ac­ce­se, e le sfu­ma­tu­re han­no gra­dien­ti per­fet­ti. Per no­tar­lo, ba­sta os­ser­va­re pas­sag­gi co­me quel­li den­tro "Mo­ther", im­mer­si nel bei­ge, op­pu­re l'esplo­sio­ne fi­na­le (che è un ca­lei­do­sco­pio di co­lo­ri). Ed an­che lu­ci o scrit­te del­le stru­men­ta­zio­ni con­vin­co­no con la lo­ro brl­lan­tez­za mul­ti­co­lo­re. La sta­bi­lità del qua­dro è qua­si sem­pre al top, an­che se non man­ca­no lie­vi tre­mo­lii, men­tre le con­di­zio­ni del­la pel­li­co­la so­no for­mi­da­bi­li, con nes­sun graf­fio e giu­sto qual­che lie­ve spun­ti­na­tu­ra in tran­si­zio­ni o sce­ne con ef­fet­ti ot­ti­ci. In­fi­ne la com­pres­sio­ne è ma­gi­stra­le: il bi­tra­te non sarà da re­cord per un Blu-Ray Fox, ma l'en­co­ding non ge­ne­ra un so­lo ar­te­fat­to, e non im­pa­sta mai la strut­tu­ra del­la gra­na. Tut­te le dif­fi­ci­li sce­ne buie han­no sfu­ma­tu­re de­fi­ni­te, e non ci so­no ar­ti­fi­cio­sità o for­mi­co­lii sui con­tor­ni.



Voto al trasferimento: 10 su 10, "Fattore wow": 9 e 1/2 su 10.

Grafico Bitrate (cliccare sopra per ingrandirlo):


Occupazione audio/video (versione theatrical): 30,69 Gb - Bitrate (video) 26 Mbps

Dati completi del Blu-Ray estratti con BDinfo


Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture dopo il commento sull'audio.


QUALITA' AUDIO (6 e 1/2 su 10): Le due ver­sio­ni del film con­di­vi­do­no la stes­sa trac­cia ita­lia­na DTS 5.1 768 Kbit (ap­pron­ta­ta nel 2003 per il Di­rec­tor's cut). L'au­dio non è ov­via­men­te sug­ge­sti­vo co­me quel­lo di un film odier­no, ma rie­sce lo stes­so a coin­vol­ge­re, gra­zie a buo­ne do­ti di am­piez­za e "cor­po­sità", e ad un sound de­si­gn pa­ca­to che sfrut­ta an­che il si­len­zio, op­pu­re sub­do­li ef­fet­ti am­bien­ta­li. Il vo­lu­me di re­gi­stra­zio­ne è suf­fi­cien­te, an­che se si no­ta­no l'asprez­za de­gli al­ti, ed un fru­scio di fon­do ab­ba­stan­za pre­sen­te. Ef­fet­ti e mu­si­che suo­na­no un po' ovat­ta­ti, ma han­no co­mun­que una buo­na esten­sio­ne sui me­dio bas­si, co­me ad esem­pio nei pas­sag­gi con l'astro­na­ve vi­sta dall'ester­no. Sal­vo una cer­ta spor­ci­zia, la de­fi­ni­zio­ne ge­ne­ra­le è ac­cet­ta­bi­le, men­tre la se­pa­ra­zio­ne an­te­rio­re rag­giun­ge li­vel­li an­che mol­to buo­ni: non ci so­no chissà qua­li pan­ning, però non man­ca­no ef­fet­ti la­te­ra­li sug­ge­sti­vi, ad esem­pio ru­mo­ri di com­pu­ter o di am­bien­za, sem­pre sull'astro­na­ve, op­pu­re sbuf­fi di va­po­re, mac­chi­na­ri o si­re­ne. Ad­di­rit­tu­ra, l'at­ti­va­zio­ne di cer­ti in­ter­rut­to­ri (ad esem­pio lun­go la sce­na dell'at­ter­rag­gio), ge­ne­ra "schioc­chi" che sem­bra­no fuo­ri dai dif­fu­so­ri. No­te­vo­li an­che gli ef­fet­ti dell'alie­no, in par­ti­co­la­re si­bi­li e ru­mo­re del­la "man­di­bo­la" che col­pi­sce, più quel­lo del ven­to sul pia­ne­ta, ca­pa­ce di sa­tu­ra­re la stan­za no­no­stan­te un po' di cre­pi­tio. E in­fi­ne han­no ot­ti­mo ri­sal­to il tin­tinnìo del­le ca­te­ne nel­la sce­na con Brett as­sa­li­to, e i boa­ti del lan­cia­fiam­me nell'ul­ti­ma par­te. Il cen­tra­le svol­ge un buon la­vo­ro ma non è ben amal­ga­ma­to agli al­tri dif­fu­so­ri: la dif­fe­ren­za tim­bri­ca è ac­cen­tua­ta, so­prat­tut­to in pre­sen­za dei dia­lo­ghi dop­pia­ti, e non man­ca­no se­quen­ze in cui, sem­pre a cau­sa del dop­piag­gio, an­che il suo­no de­gli al­tri dif­fu­so­ri de­ca­de (ad esem­pio mu­si­ca ed ef­fet­ti nel­la sce­na con il de­col­lo del­la No­stro­mo). Pro­ba­bil­men­te ta­le de­gra­do di­pen­de da co­me è sta­to ot­te­nu­to il nuo­vo mix, ov­ve­ro "cu­cen­do" il cen­tra­le del­la vec­chia trac­cia ita­lia­na mo­no­fo­ni­ca ai ca­na­li re­stau­ra­ti del­la trac­cia ori­gi­na­le op­pu­re, nel­le sce­ne sen­za dia­lo­ghi, "spal­man­do" la trac­cia ita­lia­na su quel­la ori­gi­na­le re­stau­ra­ta. Sem­pre i dia­lo­ghi han­no una qua­lità che va­ria fra pu­li­to e mol­to spor­co, con an­che scric­chio­lii va­ri. La re­sa peg­gio­re è del­le vo­ci ma­schi­li (so­prat­tut­to Dal­las e Par­ker), men­tre va me­glio con quel­le fem­mi­ni­li di Lam­bert e so­prat­tut­to Ri­pley. Non man­ca qual­che dia­lo­go con pa­ro­le "man­gia­te" (ad esem­pio nel­la sce­na in cui Ash e Ri­pley si scon­tra­no nel la­bo­ra­to­rio) e in­fi­ne, an­che se que­sto non ri­guar­da la qua­lità au­dio, si av­ver­to­no bat­tu­te non dop­pia­te du­ran­te la sce­na dell'at­ter­rag­gio (di­fet­to che la trac­cia si por­ta die­tro fin dal pri­mo DVD). I ca­na­li po­ste­rio­ri svol­go­no un ruo­lo di sup­por­to, con so­lo po­che eco, ed ef­fet­ti di am­bien­za mai at­ti­vi, o tan­to­me­no ste­reo­fo­ni­ci. La di­na­mi­ca è con­fi­na­ta su fre­quen­ze me­die, e nel com­ples­so la re­sa dei pas­sag­gi for­ti è un po' na­sa­le, an­che se piut­to­sto av­vol­gen­te. Fra le sce­ne con il mag­gio­re ap­por­to po­ste­rio­re ci so­no l'at­ter­rag­gio e il de­col­lo dell'astro­na­ve, poi la fu­ga di Ri­pley, pie­na di sbuf­fi e ri­ver­be­ri de­gli al­lar­mi, o di op­pri­men­ti av­vi­si dal­la vo­ce del com­pu­ter. Ma an­che la par­ten­za del­la na­vet­ta e l'esplo­sio­ne fi­na­le so­no ab­ba­stan­za av­vol­gen­ti, e lo stes­so va­le per la se­quen­za con le mor­ti di Dal­las e Lam­bert, sa­tu­ra di gri­da e "graf­fi" me­tal­li­ci. In mol­te di que­ste sce­ne vie­ne fat­to an­che un buon uso del su­b­woo­fer: di si­cu­ro si trat­ta di un ef­fet­to ag­giun­to nel nuo­vo mix, ma i bas­si ex­tra si amal­ga­ma­no be­ne, con una tim­bri­ca pie­na e un'ot­ti­ma esten­sio­ne di­na­mi­ca che però non ri­sal­ta trop­po sul re­sto. La trac­cia in­gle­se lo­se­less è ov­via­men­te più com­pat­ta e de­fi­ni­ta nel­la tim­bri­ca, so­prat­tut­to sul ca­na­le cen­tra­le. Le vo­ci so­no cri­stal­li­ne, na­tu­ra­li, e in­se­ri­te mol­to me­glio nel­la sce­na, e non si no­ta­no flut­tua­zio­ni in di­na­mi­ca, o fru­scio, co­me in­ve­ce ac­ca­de nell'au­dio dop­pia­to. Sal­vo que­sto, non ci so­no gros­se dif­fe­ren­ze nell'uso de­gli ef­fet­ti, dei ca­na­li po­ste­rio­ri e del su­b­woo­fer. Ed an­che il vo­lu­me di re­gi­stra­zio­ne è lo stes­so.



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture e confronto DVD - Blu-Ray dopo il commento sugli extra.


QUANTITA'/QUALITA' CONTENUTI EXTRA (4 su 10): Su Alien esi­sto­no in­nu­me­re­vo­li ex­tra, ma que­sti ri­sie­do­no esclu­si­va­men­te nei due Blu-Ray del­le an­to­lo­gie da sei di­schi com­pren­den­ti an­che Aliens, Alien 3 ed Alien Re­sur­rec­tion. Nel­la ver­sio­ne a di­sco sin­go­lo di Alien - 35° An­ni­ver­sa­rio so­no pre­sen­ti so­lo trac­ce au­dio al­ter­na­ti­ve e po­co al­tro, as­sie­me ov­via­men­te al fu­met­to car­ta­ceo. In det­ta­glio ab­bia­mo:


Traccia di commento del cast e della troupe, registrata nel 2003 (sott. ITA)

Traccia di commento di Ridley Scott, registrata nel 1999 (sott. ITA)

Introduzione di Ridley Scott al film (SD, 1 min., sott. ITA)

2 tracce musicali isolate con la versione preliminare e definitva della colonna sonora di Jerry Goldsmith (in Dolby Digital 5.1)

Indice delle scene reintegrate o ampliate nel film in versione Director's cut (HD, 7 min., sott. ITA)

Marcatore delle scene reintegrate o ampliate nel film in versione Director's cut

La com­men­ta­ry del 2003 è un "ta­glia e cu­ci" di va­ri in­ter­ven­ti, al­cu­ni ri­fe­ri­ti al­la sce­na sul­lo scher­mo, al­tri più ge­ne­ra­li. Mol­ti pas­sag­gi coin­vol­go­no Rid­ley Scott e Si­gour­ney Wea­ver, al­tri so­lo Rid­ley Scott, ed al­tri an­co­ra gli at­to­ri Tom Sker­rit, Har­ry Dean Stan­ton e Ve­ro­ni­ca Cart­w­right. Non man­ca qual­che in­ter­ven­to de­gli sce­neg­gia­to­ri Dan O'Ban­non e Ro­nald Shus­set, più bre­vis­si­mi stral­ci del mon­ta­to­re Ter­ry Ra­w­lings. Rid­ley Scott rac­con­ta la mag­gior par­te de­gli aned­do­ti: ad esem­pio sul ca­sting, e sul rap­por­to con la Wea­ver, pas­san­do per va­ri com­men­ti sui set, sul­le ri­pre­se e sul non fa­ci­le uti­liz­zo del for­ma­to ana­mor­fi­co. C'è pu­re una spie­ga­zio­ne del re­gi­sta sul­lo "Spa­ce Joc­key", cioè il "pi­lo­ta" che tro­neg­gia all'in­ter­no del re­lit­to alie­no: qua­si un'an­ti­ci­pa­zio­ne di quan­to Scott mo­sterà in Pro­me­theus. I pas­sag­gi con il trio di at­to­ri so­no me­no tec­ni­ci ma di­ver­ten­ti, e in par­ti­co­la­re Stan­ton è spas­so­sis­si­mo quan­do rac­con­ta cer­ti con­tra­sti con Si­gour­ney Wea­ver, e l'in­ca­pa­cità a mo­strar­si ter­ro­riz­za­to nel­le sue sce­ne di mor­te. Ter­ry Ra­w­lings sve­la qual­che det­ta­glio su rit­mo e mon­tag­gio del film, du­ran­te il qua­le ha uti­liz­za­to una co­lon­na so­no­ra pre­li­mi­na­re che, a suo pa­re­re, e non sen­za una cer­ta ve­na po­le­mi­ca, con­si­de­ra­va mi­glio­re di quel­la ap­pron­ta­ta poi da Jer­ry Gold­smi­th. No­te­vo­li, in­fi­ne, i pas­sag­gi con Dan O'Ban­non: da un la­to, lo sce­neg­gia­to­re for­ni­sce mol­ti det­ta­gli sul pro­ces­so di crea­zio­ne del "fa­ce­hug­ger", sul­la sce­neg­gia­tu­ra e sui me­to­di la­vo­ra­ti­vi di H.R. Gi­ger (il no­to ar­ti­sta sviz­ze­ro crea­to­re dell'alie­no, e da po­co scom­par­so). Dall'al­tro espri­me tut­to il suo ri­sen­ti­men­to per quel­la che però si è ri­ve­la­ta una del­le ag­giun­te più fe­li­ci al­lo script, ov­ve­ro Ash l'an­droi­de: ag­giun­ta vo­lu­ta dal pro­dut­to­re e sce­neg­gia­to­re Da­vid Gi­ler e che, a dif­fe­ren­za di O'Ban­non, il co-sce­neg­gia­to­re Ro­nald Shus­set ha giu­di­ca­to im­por­ta­tis­si­ma per ac­cre­sce­re po­ten­za e "si­gni­fi­ca­to" del film. Nel­la trac­cia del 1999 il rac­con­to di Scott è più omo­ge­neo (vi­sto che è so­lo lui a par­la­re), ma mol­ti aned­do­ti so­no gli stes­si del­la trac­cia del 2003, con an­che va­ri si­len­zi, op­pu­re sem­pli­ci de­scri­zio­ni. Co­mun­que i con­tri­bu­ti in­te­res­san­ti non man­ca­no e coin­vol­go­no le mu­si­che, la co­stru­zio­ne del­la No­stro­mo (so­prat­tut­to gli in­ter­ni), e le per­for­man­ce de­gli at­to­ri, ol­tre agli espe­dien­ti per au­men­ta­re il rea­li­smo, o astrar­re cer­te te­ma­ti­che in mo­do "si­ni­stro" (co­me nel­la sce­na in cui i ca­schi d'emer­gen­za ri­flet­to­no le scher­ma­te dei com­pu­ter). C'è an­che un' ul­te­rio­re spie­ga­zio­ne sul­la pro­ve­nien­za del­lo "Spa­ce Joc­key", e più det­ta­gli su se­quen­ze co­me la "na­sci­ta" dell'alie­no e l'uc­ci­sio­ne di Ash. In­fi­ne ab­bon­da­no con­si­de­ra­zio­ni su rit­mo, ten­sio­ne, aspet­to e mon­tag­gio del­la pel­li­co­la, più cu­rio­sità co­me l'uso dei bam­bi­ni sui va­ri set del pia­ne­ta, per far­li sem­bra­re gi­gan­te­schi, o sull'uti­liz­zo "im­prov­vi­sa­to" del­la vi­deo­ca­me­ra a ma­no per ri­pren­de­re il re­lit­to. L'in­tro­du­zio­ne (la stes­sa pre­sen­te sul DVD del 2003), è bre­vis­si­ma, però pun­tua­liz­za un aspet­to im­por­tan­te, e cioè che il di­rec­tor's cut non so­sti­tui­sce la ver­sio­ne ori­gi­na­le del film, e che que­st'ul­ti­ma re­sta la pre­fe­ri­ta del re­gi­sta. Le trac­ce mu­si­ca­li iso­la­te so­no pia­ce­vo­li, e dal­la qua­lità piut­to­sto al­ta. Le dif­fe­ren­ze fra ver­sio­ne pre­li­mi­na­re e de­fi­ni­ti­va sta in qual­che sot­ti­gliez­za all'ini­zio e al­la fi­ne dei bra­ni, ma fa co­mun­que pia­ce­re ria­ve­re su Blu-Ray an­che l'edi­zio­ne pre­li­mi­na­re pre­sen­te so­lo nel DVD del 1999. L'in­di­ce del­le sce­ne rein­te­gra­te o am­plia­te nel di­rec­tor's cut è uti­le per ve­de­re in po­chi mi­nu­ti tut­to il ma­te­ria­le ag­giun­to nel­la nuo­va ver­sio­ne: ma sa­reb­be sta­to al­tret­tan­to uti­le un'in­di­ce del­le sce­ne eli­mi­na­te dall'edi­zio­ne ori­gi­na­le sem­pre per ot­te­ne­re il Di­rec­tor's cut. Da no­ta­re che il menù de­gli ex­tra con­sen­te di sce­glie­re so­lo l'in­di­ce del­le sce­ne ag­giun­te o eli­mi­na­te, e il mar­ca­to­re (in pra­ti­ca una "x" che ap­pa­re in bas­so a de­stra del­lo scher­mo): per ac­ce­de­re a com­men­ta­ry e trac­ce mu­si­ca­li si de­ve en­tra­re nel­la con­fi­gu­ra­zio­ne au­dio del di­sco.



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)



Confronto DVD - Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)















link a recensioni esterne:
Scheda del film:

Hardware con cui vedo e ascolto i Blu-Ray (in giallo quello usato per recensire il titolo):
    DISPLAY
    Panasonic plasma FULL HD 55' 3D TX-P55ST50E
    Panasonic plasma FULL HD 50' TX-P50S20
    Panasonic plasma FULL HD 46' TX-P46U20
    Panasonic plasma HD READY 50' TH50-PV60
    Panasonic plasma HD READY 42' TH42-PX7
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-980
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-680

    LETTORI
    Sony Playstation 3
    Sony BDP S-500
    Sony BDP S-550
    Samsung BDP 1400
    Samsung BDP 1500

    AMPLIFICATORI + DECODER + DIFFUSORI
    Onkyo TX DS-676, Jbl Tlx 500 (centrale), Jbl tlx 700 (frontali, posteriori), Jamo X5 (subwoofer attivo)
    Onkyo TX DS-555, Technics Sh-500, Technics Sb-ca21 (frontali), Wharfedale Modus 3 (posteriori), infinity ref. 100 (centrale)
    Harman Kardon AVR 164, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140
    Sony str-db 830, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140

    CUFFIE
    Decoder Sony MDR-1000 + cuffie Sony MDR-XB600
    Decoder + cuffie Sony MDR-6500

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