giovedì 13 febbraio 2014

Il seme della follia (In the mouth of madness)





Il film è un capolavoro dell'horror.
Prezzo abbastanza basso.
Video di altissimo livello.
Ottimo audio in lingua originale.
Audio italiano poco più che sufficiente.
Quasi zero extra, e commentary senza sottotitoli.


FILM: Il se­me del­la fol­lia è la pel­li­co­la più ra­di­ca­le di John Car­pen­ter: un hor­ror apo­ca­lit­ti­co in cui l'uo­mo ha smes­so di di­scer­ne­re fra realtà e il­lu­sio­ne, per­met­ten­do al ma­le di di­la­ga­re. Vei­co­lo dell'apo­ca­lis­se è un ro­man­zo "del ter­ro­re" do­ve i per­so­nag­gi so­no... i let­to­ri stes­si, e fra i qua­li c'è John Trent (Sam Neil), un de­tec­ti­ve sul­le trac­ce del­lo scom­par­so au­to­re del ro­man­zo, Sut­ter Ca­ne (Jur­gen Proch­now): e che, pro­prio co­me nel ro­man­zo di Ca­ne, fi­ni­sce in un pae­si­no fan­ta­sma dal qua­le di­la­ghe­ran­no i mo­stri dell'in­fer­no. Ad una pri­ma let­tu­ra, è un film "rom­pi­ca­po" sull'ina­ri­di­men­to pro­vo­ca­to dai cli­ché "im­ma­gi­ni­fi­ci", e in ge­ne­ra­le dal mon­do del­lo spet­ta­co­lo: av­vin­cen­te, pau­ro­so, e po­po­la­to di biz­zar­re crea­tu­re ani­ma­tro­ni­che (del gran­de ef­fet­ti­sta Rob Bot­tin). Ma il film di Car­pen­ter ha an­che una va­len­za esi­sten­zia­le più am­pia, e che ri­sie­de nel­la fi­ni­tez­za del­la sua "non realtà" (il "li­bro-mon­do" in cui tut­ti vi­vo­no) fat­ta di ri­pe­ti­zio­ni e sche­mi in­di­strut­ti­bi­li: e do­ve la paz­zia è il so­lo mo­do di sfug­gi­re a un son­no in­tel­let­tua­le - pre­lu­dio al trion­fo del "ma­li­gno". Mol­te le striz­za­te d'oc­chio a Ste­phen King, ma i ri­fe­ri­men­ti ve­ri so­no ad H.P. Lo­ve­craft, in par­ti­co­la­re la pre­sen­za di una di­men­sio­ne or­ro­ri­fi­ca che av­vol­ge quel­la uma­na, e la pre­ci­sa col­lo­ca­zio­ne "geo­gra­fi­ca" del suo var­co. O an­co­ra, la scel­ta di al­cu­ni per­so­nag­gi ti­po la vec­chiet­ta dell'al­ber­go. E se la dif­fi­coltà a ve­de­re ol­tre un mon­do fal­so ri­cor­da Es­si vi­vo­no, an­che per le con­se­guen­ze fi­si­che do­lo­ro­se, Il sen­so di in­cer­tez­za, ri­vol­to però ver­so se stes­si, ri­man­da in­ve­ce a La co­sa. Su tut­to aleg­gia un pes­si­mi­smo che re­le­ga l'uo­mo a spet­ta­to­re del­la sua pas­si­vità (la con­di­zio­ne fi­na­le del pro­ta­go­ni­sta) e lo po­ne in un gio­co di spec­chi fra let­te­ra­tu­ra e il ci­ne­ma che ne de­ri­va: cioè un uni­ver­so in cui il li­be­ro ar­bi­trio è frut­to di in­nu­me­re­vo­li "ri­scrit­tu­re" me­dia­ti­che. Ad ac­cen­tua­re "vi­si­va­men­te" il fa­ta­li­smo prov­ve­de una fo­to­gra­fia ana­mor­fi­ca che ar­ro­ton­da il più pos­si­bi­le i gran­dan­go­li, fa­cen­do sem­bra­re i per­so­nag­gi con­fi­na­ti den­tro una sfe­ra di ve­tro, men­tre a por­ta­re il gio­co fuo­ri dal­la "scher­mo/sfe­ra" ar­ri­va un ter­ri­fi­can­te cor­to­cir­cui­to: quel­lo che so­vrap­po­ne lo spet­ta­to­re a John Trent men­tre ve­de il film trat­to dal li­bro... trat­to dal film.





QUALITA' VIDEO (9 e 1/2 su 10): Il vi­deo del Blu-Ray War­ner è for­mi­da­bi­le, e fa su­bi­to di­men­ti­ca­re quel­lo dell'or­ri­do DVD Cec­chi Go­ri ri­sa­len­te al 2002. Il ma­ster pro­vie­ne si­cu­ra­men­te da una nuo­va scan­sio­ne 2K dell'in­ter­po­si­ti­vo, ed è en­co­da­to con al­go­rit­mo AVC in mo­do qua­si tra­spa­ren­te. La pel­li­co­la sem­bra ap­pe­na stam­pa­ta e ciò com­por­ta l'as­sen­za di graf­fi o spun­ti­na­tu­re (dav­ve­ro dif­fi­ci­li da in­di­vi­dua­re), e una sta­bi­lità sem­pre per­fet­ta, con giu­sto qual­che lie­vis­si­ma flut­tua­zio­ne del­la lu­mi­no­sità che al­tri­men­ti è ec­cel­len­te. La ri­pre­sa ana­mor­fi­ca del film (pie­na del­le ti­pi­che "in­cur­va­tu­re" e de­gli sfo­ca­men­ti nel­le zo­ne pe­ri­fe­ri­che) è com­pat­ta, e con un ca­ri­co di det­ta­gli che stu­pi­sce so­prat­tut­to nei (mol­ti) to­ta­li: par­ti­co­lar­men­te pia­ce­vo­li so­no quel­li ester­ni, nei qua­li ri­sal­ta­no le tex­tu­re di ve­ge­ta­zio­ne, edi­fi­ci o am­bien­ti ru­ra­li, ma non so­no da me­no cer­ti in­ter­ni (ti­po l'atrio del ma­ni­co­mio), ed an­che qual­che scor­cio not­tur­no di New York, o del­la cit­ta­di­na di Hobb's end. I pia­ni me­di so­no leg­ger­men­te più "pa­sto­si", ma sem­pre ta­glien­ti, e ri­ve­la­no sia con­tor­ni net­ti che det­ta­gli pre­ci­si, men­tre i pri­mi pia­ni va­ria­no fra buo­no e ec­cel­len­te, con in­car­na­ti che a vol­te sfio­ra­no li­vel­li "ra­dio­gra­fi­ci". In tut­te que­ste si­tua­zio­ni la gra­na è fi­nis­si­ma, e pro­du­ce un fon­do ana­lo­gi­co mai "sme­ri­glia­to" da fil­tri di­gi­ta­li. Inol­tre è sem­pre in mo­vi­men­to co­me do­vreb­be es­se­re, ed ap­pa­re na­tu­ra­le no­no­stan­te qual­che spo­ra­di­co in­spes­si­men­to do­vu­to al­le dif­fe­ren­ti con­di­zio­ni di ri­pre­sa. Pec­ca­to giu­sto per qual­che lie­ve "amal­ga­ma" in sfon­di mol­to uni­for­mi, do­vu­ta si­cu­ra­men­te al­la com­pres­sio­ne. Il con­tra­sto é sem­pre per­fet­ta­men­te bi­lan­cia­to: non ci so­no "boo­st", per cui il bian­co non bru­cia i det­ta­gli, men­tre il ne­ro è pro­fon­do ma sem­pre de­fi­ni­to in sce­ne buie, e con gra­da­zio­ni per­fet­te nei pas­sag­gi po­co il­lu­mi­na­ti, so­prat­tut­to sui vol­ti (le sce­ne ini­zia­li e fi­na­li al ma­ni­co­mio, quel­le nel­la chie­sa, e nel tun­nel). Co­me pre­ve­di­bi­le, la re­sa dei co­lo­ri è più che ade­gua­ta al re­sto, e si di­stin­gue per tin­te vi­va­ci ma non de­bor­dan­ti, e con una lie­ve ten­den­za al bei­ge o all'aran­cio. Le sce­ne lu­mi­no­se ten­do­no ad es­se­re più neu­tre (i to­ta­li so­prat­tut­to), men­tre in pas­sag­gi scu­ri (sce­ne nel vi­co­lo new­yor­ke­se, del­la "ri­vol­ta" nel­la via di Hobb's End", o del vec­chio in bi­ci­clet­ta) fan­no ca­po­li­no le ti­pi­che do­mi­nan­ti cia­no/ver­de di mol­ti scan re­cen­ti. Quan­to ai pri­ma­ri, so­no pie­ni e sa­tu­ri, con in te­sta il ros­so, poi il blu (al top nel­la sce­na sull'au­to­bus) e il ver­de, so­prat­tut­to del­la ve­ge­ta­zio­ne. Non ci so­no ar­te­fat­ti, o fe­no­me­ni di "blee­ding", sal­vo qual­che lie­ve im­pre­ci­sio­ne che pro­du­ce alia­sing in al­cu­ne scrit­te (ad esem­pio quel­le sui po­ster sul vi­co­lo di New York). Co­me an­ti­ci­pa­to, non c'è trac­cia di DNR, e nem­me­no di ed­ge en­hanc­ment, a co­ro­na­men­to di un qua­dro che, al­me­no in re­la­zio­ne al gi­ra­to, non po­treb­be es­se­re più na­tu­ra­le, ci­ne­ma­to­gra­fi­co e de­fi­ni­to di così.



Voto trasferimento: 9 e 1/2 su 10, "Fattore wow": 9 su 10.

Grafico Bitrate (cliccare sopra per ingrandirlo):


Occupazione audio/video: 22,23 Gb - Bitrate video 22,92 Mbps

Dati completi del Blu-Ray estratti con BDinfo


Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture dopo il commento sull'audio.


QUALITA' AUDIO (6 e 1/2 su 10): L'au­dio ita­lia­no Dol­by Di­gi­tal ste­reo è più che suf­fi­cien­te, ma me­no ef­fi­ca­ce del­la trac­cia DTS pre­sen­te sul vec­chio DVD ita­lia­no Cec­chi Go­ri, e, so­prat­tut­to, del­la buo­nis­si­ma ver­sio­ne ori­gi­na­le in DTS HD MA 5.1 in­clu­sa nel Blu-Ray. Il vo­lu­me di re­gi­stra­zio­ne è ac­cet­ta­bi­le, ma il mes­sag­gio so­no­ro un po' sca­ri­co, e mol­to con­cen­tra­to sul ca­na­le cen­tra­le. La ste­reo­fo­nia si no­ta ma non è ac­cen­tua­ta, e i pan­ning so­no po­chi e non par­ti­co­lar­men­te este­si. A sop­pe­ri­re in­ter­ven­go­no ca­na­li po­ste­rio­ri at­ti­vis­si­mi, e che ri­pro­du­co­no sia un'eco pro­nun­cia­ta del­le mu­si­che, sia ef­fet­ti di am­bien­za mol­to se­pa­ra­ti dal fron­te an­te­rio­re, an­che se mo­no­fo­ni­ci e po­co este­si in fre­quen­za. Qual­che pas­sag­gio "or­ro­ri­fi­co" è ab­ba­stan­za riu­sci­to, tut­ta­via sem­pre i ca­na­li po­ste­rio­ri si am­mu­to­li­sco­no com­ple­ta­men­te ne­gli ul­ti­mi quin­di­ci mi­nu­ti (all'in­cir­ca do­po l'usci­ta di Trent da tun­nel con i mo­stri), for­se per un er­ro­re nel mis­sag­gio. In ge­ne­ra­le, la di­na­mi­ca è piut­to­sto an­co­ra­ta sui me­di: i nor­ma­li ef­fet­ti am­bien­ta­li so­no ab­ba­stan­za pie­ni e pu­li­ti, men­tre quel­li più fra­go­ro­si o so­pran­na­tu­ra­li (ad esem­pio spa­ri, ton­fi o ve­tri in fran­tu­mi, e il si­bi­la­re di al­cu­ni mo­stri), so­no ru­vi­di, e so­prat­tut­to in se­con­do pia­no ri­spet­to al re­sto. Va me­glio con le vo­ci, che so­no ni­ti­de, cor­po­se e pri­ve di di­stor­sio­ni, ma nel com­ples­so l'im­pat­to è po­co sug­ge­sti­vo, e più chias­so­so che coin­vol­gen­te nel­le sce­ne for­ti (ad esem­pio l'ag­gres­sio­ne ini­zia­le nel bar, i va­ri in­ci­den­ti d'au­to e le fu­ghe di Trent dall'al­ber­go e nel tun­nel). Nem­me­no il su­b­woo­fer ri­sol­le­va più di tan­to la si­tua­zio­ne, ed an­che se pre­sen­te, si li­mi­ta ad un rin­for­zo di po­co con­to. Se non al­tro, que­st'ul­ti­mo è più "sec­co" e po­ten­te dei bas­si sui dif­fu­so­ri prin­ci­pa­li, piut­to­sto smor­za­ti, e con va­rie "bru­cia­tu­re". In­fi­ne le mu­si­che non han­no una par­ti­co­la­re am­piez­za, e nem­me­no un'esten­sio­ne di­na­mi­ca che le met­ta in pri­mo pia­no ri­spet­to al re­sto. Co­me an­ti­ci­pa­to all'ini­zio, la trac­cia in­gle­se in HD ha tutt'al­tra re­sa: tan­to per co­min­cia­re il vo­lu­me e l'esten­sio­ne di­na­mi­ca so­no mol­to più ele­va­ti e la ste­reo­fo­nia fron­ta­le ac­cen­tua­ta. Le vo­ci so­no an­co­ra più pie­ne e na­tu­ra­li, men­tre gli ef­fet­ti ac­qui­sta­no una pie­nez­za che ri­sal­ta nel­le sce­ne for­ti. Ov­via­men­te an­che le mu­si­che so­no più am­pie e cor­po­se e i me­dio­bas­si sa­tu­ra­no con fa­ci­lità l'am­bien­te d'ascol­to. In­fi­ne i ca­na­li po­ste­rio­ri ac­qui­sta­no la "pie­nez­za" ti­pi­ca di una trac­cia in ve­ro mul­ti­ca­na­le, e pro­du­co­no un'am­bien­za mol­to più rea­li­sti­ca e ste­reo­fo­ni­ca, an­che se non a li­vel­lo di una trac­cia odier­na. Inu­ti­le di­re che, in ca­so non ci sia­no dif­fi­coltà a se­gui­re il film con i sot­to­ti­to­li, l'au­dio in­gle­se sia di gran lun­ga pre­fe­ri­bi­le a quel­lo ita­lia­no.



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture e confronto DVD - Blu-Ray dopo il commento sugli extra.


QUANTITA'/QUALITA' CONTENUTI EXTRA (3 e su 10): Gli ex­tra in­clu­do­no so­lo un trai­ler ci­ne­ma­to­gra­fi­co in bas­sa de­fi­ni­zio­ne (du­ra­ta 1:47 min.) e una trac­cia di com­men­to di John Car­pen­ter e del di­ret­to­re del­la fo­to­gra­fia Ga­ry B. Kib­be. La com­men­ta­ry, non sot­to­ti­to­la­ta, pa­re ven­ga dal la­ser­di­sc ame­ri­ca­no del 1997, e per tut­ta la sua du­ra­ta ve­de John Car­pen­ter "pun­go­la­re" Ga­ry Kib­be sull'il­lu­mi­na­zio­ne di ogni sce­na del film. Kib­be for­ni­sce mol­ti det­ta­gli sul ti­po di lam­pa­de uti­liz­za­te, sul­le va­rie fon­ti di lu­ce, e per­si­no sui gel co­lo­ra­ti: in più par­la del­le scel­te ef­fet­tua­te per ot­ti­miz­za­re la lu­ce am­bien­ta­le. Dal can­to suo, Car­pen­ter for­ni­sce det­ta­gli su per­so­nag­gi, lo­ca­tion (mol­te del­le qua­li a To­ron­to), fon­ti di ispi­ra­zi­ne (Lo­ve­craft in pri­mis), e non man­ca di for­ni­re qual­che aned­do­to in­te­res­san­te o per­si­no di­ver­ten­te (ad esem­pio sul­la per­for­man­ce di Sam Neil, o sull'uso dei ca­ni e del­la slow mo­tion). Sem­pre il re­gi­sta ci in­for­ma sul­la com­po­si­zio­ne dell'im­ma­gi­ne, sul­la mes­sa a fuo­co, sul­le scel­te cro­ma­ti­che e l'uso dell'ana­mor­fi­co, ed ov­via­men­te sui bel­lis­si­mi ef­fet­ti spe­cia­li, sia ot­ti­ci che di truc­co. La trac­cia è ser­ra­ta e pia­ce­vo­le, ma a vol­te fin trop­po tec­ni­ca. Non man­ca­no di­da­sca­li­smi inu­ti­li, men­tre po­chis­si­me pa­ro­le so­no de­di­ca­te ai con­te­nu­ti apo­ca­lit­ti­ci ed esi­sten­zia­li del film. In­fi­ne so­no un po' gof­fi i ten­ta­ti­vi che fa Car­pen­ter di coin­vol­ge­re ad ogni co­sto il di­ret­to­re del­la fo­to­gra­fia nel dia­lo­go (chie­den­do­gli di con­ti­nuo co­me sia il­lu­mi­na­to que­sto o quel sog­get­to). Da no­ta­re che il menù del di­sco è so­lo in in­gle­se, se­con­do una po­li­ti­ca or­mai con­so­li­da­ta di War­ner, e che in un cer­to sen­so "am­plia" quel­la, pes­si­ma, di non sot­to­ti­to­la­re le com­men­ta­ry, nem­me­no in in­gle­se.



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)



Confronto DVD - Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)










link a recensioni esterne:
Scheda del film:

Hardware con cui vedo e ascolto i Blu-Ray (in giallo quello usato per recensire il titolo):
    DISPLAY
    Panasonic plasma FULL HD 55' 3D TX-P55ST50E
    Panasonic plasma FULL HD 50' TX-P50S20
    Panasonic plasma FULL HD 46' TX-P46U20
    Panasonic plasma HD READY 50' TH50-PV60
    Panasonic plasma HD READY 42' TH42-PX7
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-980
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-680

    LETTORI
    Sony Playstation 3
    Sony BDP S-500
    Sony BDP S-550
    Samsung BDP 1400
    Samsung BDP 1500

    AMPLIFICATORI + DECODER + DIFFUSORI
    Onkyo TX DS-676, Jbl Tlx 500 (centrale), Jbl tlx 700 (frontali, posteriori), Jamo X5 (subwoofer attivo)
    Onkyo TX DS-555, Technics Sh-500, Technics Sb-ca21 (frontali), Wharfedale Modus 3 (posteriori), infinity ref. 100 (centrale)
    Harman Kardon AVR 164, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140
    Sony str-db 830, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140

    CUFFIE
    Decoder Sony MDR-1000 + cuffie Sony MDR-XB600
    Decoder + cuffie Sony MDR-6500

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