mercoledì 12 novembre 2014

Snowpiercer - Nuova edizione





Il film diventerà un classico.
Video molto buono.
Audio italiano strepitoso.
Extra lunghi e interessanti.
Sottotitoli solo in italiano.
Niente commentary o scene eliminate fra gli extra.


FILM: Sno­w­pier­cer, ov­ve­ro fan­ta­scien­za di­sto­pi­co fer­ro­via­ria "ma­de in Co­rea". Ov­ve­ro un th­ril­ler po­sta­po­ca­lit­ti­co in cui i su­per­sti­ti al­la gla­cia­zio­ne ter­re­stre (av­ve­nu­ta per ma­no dell'uo­mo), vi­vo­no su un "tre­no - mon­do" ri­par­ti­to in clas­si so­cia­li: nei va­go­ni di te­sta i ric­chi, in quel­la di co­da i po­ve­ri, umi­lia­ti e nu­tri­ti con una mi­stu­ra fat­ta di non si sa be­ne co­sa. Fra i po­ve­ri, un ma­ni­po­lo di ri­bel­li ten­ta di con­qui­sta­re la lo­co­mo­ti­va, e ro­ve­scia­re il si­ste­ma (per­chè "chi con­qui­sta la lo­co­mo­ti­va con­trol­la il mon­do", stan­do al­la tag li­ne del film): ma, co­me già ac­ca­du­to in pas­sa­to, la "ri­vo­lu­zio­ne" ri­schia di af­fo­ga­re nel san­gue, an­che per­chè "pi­lo­ta­ta" ad un li­vel­lo (e con uno sco­po) che nem­me­no il ca­po de­gli in­sor­ti può im­ma­gi­na­re. Il film di Joon-ho Bong è una sin­te­si acu­ta del­la so­cietà pre­sen­te e fu­tu­ra, ed an­che una ri­fles­sio­ne "equi­di­stan­te" sul­la na­tu­ra uma­na, con par­ti­co­la­re ri­guar­do agli istin­ti di so­prav­vi­ven­za, sfrut­ta­men­to e pre­va­ri­ca­zio­ne. Ma Sno­w­pier­cer è an­che uno spet­ta­co­lo ener­gi­co e di­ver­ten­te, pie­no di sor­pre­se e mo­men­ti evo­ca­ti­vi che ne fan­no un ot­ti­mo pro­dot­to d'in­trat­te­ni­men­to "po­po­la­re". D'al­tron­de, pro­prio la ca­pa­cità di co­niu­ga­re trat­ti bloc­k­bu­ste­ria­ni e sen­si­bi­lità orien­ta­le è uno dei pre­gi più im­me­dia­ti del­la pel­li­co­la: da un la­to i com­bat­ti­men­ti fu­rio­si, l'adre­na­li­na, i col­pi di sce­na, più l'ac­cat­ti­van­te strut­tu­ra "a li­vel­li" (o me­glio, "a va­go­ni"), ed una sto­ria che in­tri­ga con la giu­sta do­se di mi­ste­ro. Dall'al­tro, l'in­ven­ti­va co­reo­gra­fi­ca, il per­fet­to cro­gio­lo di raz­ze, le di­la­ta­zio­ni tem­po­ra­li, e il ruo­lo dell'iro­nia grot­te­sca, as­sie­me a quel­lo dei co­lo­ri. Su tut­to spic­ca una mes­sin­sce­na via via più stu­pe­fa­cen­te (quel­la del tre­no / ar­ca) e che seb­be­ne im­plau­si­bi­le, e con una CG non al top, met­te in mo­stra i vi­zi dell'uma­nità qua­si co­me nel­le te­che di un mu­seo su va­go­ni, fra toc­chi vi­sio­na­ri, e riu­sci­ti mix di ar­chi­tet­tu­re o et­ni­cità. Ot­ti­mi cer­ti ri­man­di al­la sto­ria (ti­po la de­por­ta­zio­ne na­zi­sta de­gli ebrei) e al ci­ne­ma (2022 i so­prav­vis­su­ti, Ma­trix), men­tre è no­te­vo­le la ten­den­za a dis­sa­cra­re, o smen­ti­re ap­pa­ren­ze spes­so in­gan­ne­vo­li. Ed an­che i per­so­nag­gi so­no mol­to ben de­li­nea­ti: for­se con po­che sfac­cet­ta­tu­re, ma la ca­pa­cità di su­sci­ta­re odio o em­pa­tia im­me­dia­ti. Fra gli al­tri, spic­ca­no il "ma­ni­po­la­to" Chris Evans nei pan­ni di Cur­tis, ca­po dei ri­bel­li, e, al suo op­po­sto, un'"al­lu­ci­na­ta" Til­da Swin­ton, in quel­li del­la spie­ta­ta e tea­tra­le mi­ni­stra Ma­son. Poi un ri­tro­va­to John Hurt, cioè il vec­chio e (fin trop­po) sag­gio Gil­liam, i co­pro­ta­go­ni­sti ja­mie Bel­le e Ewen Brem­ner (ma­sche­ra co­mi­ca e di­spe­ra­ta in­sie­me), e i co­rea­ni Kang-ho Song e Ah-sung Ko, cioè pa­dre e fi­glia che ani­ma­no un rap­por­to di nuo­vo ti­pi­co del ci­ne­ma orien­ta­le, me­di­ta­ti­vo e iro­ni­co, e ve­na­to di un fle­bi­le ot­ti­mi­smo, ol­tre che del se­sto sen­so di lei. Do­ve però il film con­vin­ce sen­za mez­zi ter­mi­ni è nel­la ma­tu­rità del­la sua ana­li­si so­cia­le: una guer­ra di clas­se in cui ogni ri­vo­lu­zio­ne è pro­gram­ma­ta da am­bo le par­ti, e può con­dur­re so­lo al com­pro­mes­so (da pa­ga­re a suon di ar­ti mu­ti­la­ti) o a un'ul­te­rio­re apo­ca­lis­se. In que­sto aspet­to Sno­w­pier­cer ci­ta i se­quel di Ma­trix, evi­tan­do però con­tor­sio­ni pa­ra­fi­lo­so­fi­che, men­tre nel­la ri­val­sa de­gli sfrut­ta­ti c'è ab­ba­stan­za di­sil­lu­sio­ne per scon­giu­ra­re il ter­zo­mon­di­smo vi­sto ad esem­pio in Ely­sium. E con gli sve­la­men­ti esi­sten­zia­li del ca­po­tre­no (nell'ul­ti­mo e più vi­sio­na­rio at­to del film), c'è an­che spa­zio per un ri­man­do all'il­lu­so­rietà del li­be­ro ar­bi­trio, sia in­di­vi­dua­le che "del po­po­lo", e ben rias­sun­to nel­la me­ta­fo­ra fer­ro­via­ria: per­chè è ve­ro che "chi con­qui­sta il tre­no con­trol­la il mon­do"... ma è an­che ve­ro che il tre­no cor­re su bi­na­ri fis­si, tan­to per i pas­seg­ge­ri quan­to per chi lo con­trol­la.


Premessa: Il pri­mo Blu-Ray di Sno­w­pier­cer (EAN: 4020628899417) è usci­to a lu­glio 2014 con vi­deo dal for­ma­to scor­ret­to (1.78:1 an­zi­ché 1.85:1), e li­vel­lo del ne­ro mol­to al­to. Do­po le pro­te­ste de­gli ap­pas­sio­na­ti, la pro­dut­tri­ce Ko­ch Me­dia ha mol­to gen­til­men­te rie­di­ta­to il di­sco a set­tem­bre 2014 (EAN: 4020628863258), uti­liz­zan­do un nuo­vo ma­ster più per­for­man­te, e con for­ma­to d'im­ma­gi­ne cor­ret­to. Inol­tre lo ha in­via­to gra­tis a tut­ti i ri­chie­den­ti, com­ple­to di cu­sto­dia ama­ray, fa­scet­ta, e di­sco ex­tra pre­sen­te nel­la ver­sio­ne steel­book. La re­cen­sio­ne tec­ni­ca si ri­fe­ri­sce pro­prio al­la rie­di­zio­ne a dop­pio di­sco, ma do­po i com­men­ti po­te­te tro­va­re le com­pa­ra­ti­ve fra i vi­deo del­la pri­ma edi­zio­ne e di quel­la nuo­va.





QUALITA' VIDEO (9 su 10): Il vi­deo di Sno­w­pier­cer è in for­ma­to ori­gi­na­le 1.85:1, com­pres­so AVC con un buon bi­tra­te at­tor­no ai 24 mbit. il film è gi­ra­to in pel­li­co­la 35mm a bas­sa sen­si­bi­lità, e que­sto pro­du­ce un'im­ma­gi­ne a gra­na mol­to fi­ne: non bril­lan­tis­si­ma, e leg­ger­men­te pa­sto­sa nel­le mol­te sce­ne scu­re. Per sua na­tu­ra non è un vi­deo da la­scia­re a boc­ca aper­ta, ma re­sta co­mun­que ni­ti­do, det­ta­glia­to e na­tu­ra­le, con una re­sa dei co­lo­ri che va dal buo­no all'ec­cel­len­te, ed una tri­di­men­sio­na­lità va­li­da. Nel com­ples­so si po­treb­be an­che de­fi­ni­re ot­ti­mo, e in li­nea con quel­lo di edi­zio­ni este­re bla­so­na­te co­me ad esem­pio la fran­ce­se. Il mi­cro­det­ta­glio ri­sal­ta in par­ti­co­la­re sui pri­mi pia­ni, so­prat­tut­to se ben il­lu­mi­na­ti: le tex­tu­re fac­cia­li van­ta­no po­ro­sità qua­si sem­pre al top, e nel ca­so dei per­so­nag­gi prin­ci­pa­li, la­scia­no tra­spa­ri­re par­ti­co­la­ri ec­cel­len­ti di bar­be, den­ti op­pu­re oc­chi. Co­me esem­pi ba­sta ci­ta­re i va­ri dia­lo­ghi fra Cur­tis e Gil­liam, op­pu­re quel­li dell'in­ter­ro­ga­to­rio di Ma­son. An­che le tex­tur­re dei ve­sti­ti so­no mol­to par­ti­co­la­reg­gia­te, e lo stes­so va­le per i fon­da­li dei va­go­ni, an­che se con al­ti e bas­si do­vu­ti agli am­bien­ti e al­le con­di­zio­ni di lu­mi­no­sità. La com­pat­tez­za dei cam­pi me­di è esem­pla­re: i con­tor­ni so­no pre­ci­si e net­ti, e non ci so­no ar­ti­fi­cio­sità do­vu­te all'uso di shar­pe­ning o ed­ge en­han­ce­ment. Gli ester­ni sul­le città ghiac­cia­te, o del tre­no, so­no al­tret­tan­to com­pat­ti, e for­se an­che più ni­ti­di per la lo­ro na­tu­ra di­gi­ta­le, men­tre i det­ta­gli dei va­go­ni più lus­suo­si (e di quel­lo sco­la­sti­co), ri­sal­ta­no con na­tu­ra­lez­za. L'"or­ga­ni­cità" del qua­dro è pia­ce­vo­le, e tut­ta ana­lo­gi­ca: for­se non mol­to in ri­sal­to per il ti­po di pel­li­co­la usa­to, e con al­cu­ne flut­tua­zio­ni, ma non com­pro­mes­sa da fil­tri di­gi­ta­li ti­po DNR. Il con­tra­sto è buo­no, e i ne­ri pro­fon­di e det­ta­glia­ti, con "af­fo­ga­men­ti" dell'im­ma­gi­ne che qua­si cer­ta­men­te di­pen­do­no da con­di­zio­ni fo­to­gra­fi­che, e che co­mun­que non osta­co­la­no la vi­sio­ne. An­che i bian­chi so­no piut­to­sto in­ci­si­vi, e in cer­te sce­ne bril­la­no sen­za però "man­giar­si" det­ta­gli, ri­sul­tan­do sem­pre ben bi­lan­cia­ti. Quan­to ai co­lo­ri, so­no cal­di e pu­li­ti, an­che se (so­prat­tut­to nel­la pri­ma par­te) do­mi­na­ti da ver­de, cia­no e blu (a vol­te ren­den­do il qua­dro qua­si mo­no­cro­ma­ti­co, da­ta an­che la pre­sen­za di am­bien­ti gri­gi). Col pro­gre­di­re del film, e dal­la pri­ma ap­pa­ri­zio­ne dell'"as­si­sten­te", fan­no ca­po­li­no tin­te sem­pre più sgar­gian­ti (ad esem­pio il gial­lo), e poi ot­ti­mi pri­ma­ri co­me il ver­de (sce­na con i vi­so­ri not­tur­ni e del­la ser­ra), o il ros­so (sce­ne con le tor­ce, in di­sco­te­ca, e po­co pri­ma del­la lo­co­mo­ti­va). No­te­vo­li an­che cer­te do­mi­nan­ti gial­le/aran­cio­ni che im­mer­go­no se­quen­ze ti­po quel­le del­la sau­na, pri­ve di sba­va­tu­re o ru­mo­ro­sità. In­fi­ne la re­sa de­gli in­car­na­ti è sem­pre na­tu­ra­le, con giu­sto qual­che "ac­cen­tua­zio­ne" in sce­ne mol­to scu­re. Il ma­ster è in con­di­zio­ni per­fet­te: trat­tan­do­si con ogni pro­ba­bi­lità di una scan­sio­ne del ne­ga­ti­vo, non ci so­no tre­mo­lii, e le spun­ti­na­tu­re so­no qua­si ine­si­sten­ti. Ed an­che la com­pres­sio­ne non sem­bra pro­dur­re ef­fet­ti de­le­te­ri: si scor­go­no giu­sto un pa­io di "le­vi­ga­tu­re" all'ini­zio (du­ran­te il pas­sag­gio dei sol­da­ti nel­la pri­ma "con­ta"), e qual­che di­scre­tiz­za­zio­ne nel­le dis­sol­ven­ze in ne­ro, an­che se po­treb­be trat­tar­si di im­pre­ci­sio­ni del­la fo­to­gra­fia, o del­la ca­te­na vi­deo uti­liz­za­ta. Per il re­sto non ci so­no ar­te­fat­ti, o for­mi­co­lii sui con­tor­ni, e nes­sun dis­sol­vi­men­to del­la gra­na che com­pro­met­ta la "tra­spa­ren­za" ri­spet­to al gi­ra­to ori­gi­na­rio.



Voto trasferimento: 9 su 10, "Fattore wow": 9 su 10.

Grafico Bitrate (cliccare sopra per ingrandirlo):


Occupazione audio/video: 32,83 Gb - Bitrate video 23,98 Mbps

Dati completi del Blu-Ray estratti con BDinfo


Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture dopo il commento sull'audio.


QUALITA' AUDIO (9 e 1/2 su 10): L'au­dio ita­lia­no DTS HD MA 5.1 (ascol­ta­to in DTS) è po­ten­te e spet­ta­co­la­re. In più è ric­co di ef­fet­ti, e sfog­gia una di­na­mi­ca, ed una qua­lità di mis­sag­gio, sem­pre più ra­ri in trac­ce ita­lia­ne di ma­jor co­me War­ner o Pa­ra­mount. Il vo­lu­me di re­gi­stra­zio­ne è al­tis­si­mo, e fin dal­le pri­me bat­tu­te so­no evi­den­ti sia l'estre­ma de­fi­ni­zio­ne, che l'am­piez­za su tut­ti i fron­ti. Gli al­ti so­no mol­to de­fi­ni­ti e cri­stal­li­ni, ma mai stri­den­ti, e spes­so pro­du­co­no il sug­ge­sti­vo ef­fet­to "fuo­ri dai dif­fu­so­ri". I me­di so­no cor­po­si e i bas­si po­ten­ti ma con­trol­la­ti, e con i giu­sti rin­for­zi del su­b­woo­fer. Sul pia­no del­la va­rietà non sia­mo for­se a li­vel­li re­cord (al­me­no per il ti­po di film), ma l'am­bien­za è pre­ci­sa e sug­ge­sti­va, a par­ti­re da quel­la nei va­go­ni dei "po­ve­ri:" qui il sot­to­fon­do del tre­no è co­stan­te e ben ri­pro­dot­to, con bas­si sec­chi no­no­stan­te la col­lo­ca­zio­ne in "se­con­do pia­no". So­pra di es­so ab­bon­da­no gli ef­fet­ti dei va­go­ni, op­pu­re del ven­to, e so­prat­tut­to del­le vo­ci. Que­ste ul­ti­me ani­ma­no il fron­te po­ste­rio­re co­me non si era mai sen­ti­to in una trac­cia mul­ti­ca­na­le: la di­na­mi­ca è a pie­na ban­da, e i dia­lo­ghi pro­ven­go­no dai sin­go­li dif­fu­so­ri, o da en­tram­bi, con pan­ning sem­pre mol­to pre­ci­si. Il fra­go­re del tre­no nel­le sce­ne ester­ne col­pi­sce sen­za in­fa­sti­di­re (an­che in fa­si con­ci­ta­te co­me lo sfon­da­men­to dei bloc­chi di ne­ve), ma so­no mol­to spet­ta­co­la­ri an­che ef­fet­ti più "con­te­nu­ti", ti­po l'aper­tu­ra dei por­tel­li,o il fun­zio­na­men­to di cer­ti mac­chi­na­ri, fi­no al­le vo­ci elet­tro­ni­che dei tra­dut­to­ri. Il ca­na­le cen­tra­le è pie­no e po­ten­te, e non crea bu­chi sul fron­te an­te­rio­re. Inol­tre ri­pro­du­ce gli ef­fet­ti con gran­de si­cu­rez­za, com­pre­se vo­ci che so­no ni­ti­de, pro­fon­de, e sen­za di­stor­sio­ni an­che nel­le sce­ne più cri­ti­che (ad esem­pio lo spet­ta­co­la­re e "ric­chis­si­mo" ini­zio del­la ri­vol­ta, con l'arie­te fat­to di bi­do­ni). Le mu­si­che so­no an­ch'es­se am­pie e vel­lu­ta­te, con me­di po­ten­ti nei bra­ni di com­men­to, e bas­si sec­chi in pas­sag­gi ti­po quel­lo del va­go­ne "di­sco­te­ca". Co­me an­ti­ci­pa­to, i ca­na­li po­ste­rio­ri la­vo­ra­no sen­za so­sta, ed ol­tre al­le vo­ci met­to­no in cam­po ef­fet­ti di ogni ge­ne­re, sia at­ti­vi che di am­bien­za. La se­con­da par­te del film ne è mol­to ric­ca: dal ven­to ai pas­sag­gi del tre­no, poi mec­ca­ni­smi di ogni ge­ne­re, e gli ef­fet­ti nei va­ri scon­tri, so­prat­tut­to quel­li al buio e nel­la sau­na, e quin­di nel con­ci­ta­to fi­na­le. La re­sa è sem­pre av­vol­gen­te e rea­li­sti­ca, da sal­to sul­la pol­tro­na, e si in­te­gra con al­tri for­mi­da­bi­li ef­fet­ti pre­sen­ti sui dif­fu­so­ri fron­ta­li. Fra que­sti ci so­no gli spa­ri di mi­tra o pi­sto­le (di un rea­li­smo in­quie­tan­te), e per­si­no lo stri­de­re del­le la­me, fi­no ai col­pi de­gli scon­tri cor­po a cor­po. Ed ov­via­men­te ci so­no le esplo­sio­ni, o il cre­pi­tio di ve­tri in fran­tu­mi. Per con­clu­de­re, il ru­mo­re di fon­do è ine­si­sten­te e que­sto ren­de an­co­ra più spet­ta­co­la­ri sce­ne dal par­ti­co­la­re mis­sag­gio che al­ter­na si­len­zio ad ef­fet­ti im­prov­vi­si. Il di­sco in­clu­de la trac­cia in­gle­se, sem­pre in DTS HD MA 5.1., ma la dif­fe­ren­za con la ver­sio­ne ita­lia­na è qua­si ir­ri­le­van­te: si no­ta giu­sto una mi­glio­re in­te­gra­zio­ne del­le vo­ci (da­to l'uti­liz­zo del­la pre­sa di­ret­ta), ed un fi­lo di na­tu­ra­lez­za in più.



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)


Altri screencapture e confronto DVD - Blu-Ray dopo il commento sugli extra.


QUANTITA'/QUALITA' CONTENUTI EXTRA (8 e 1/2 su 10): Gli ex­tra so­no sud­di­vi­si sui due Blu-Ray che com­pon­go­no l'edi­zio­ne, an­che se la mag­gior par­te si tro­va sul se­con­do di­sco. Si trat­ta di in­ser­ti so­lo fil­ma­ti, e ri­guar­dan­ti il die­tro le quin­te, i per­so­nag­gi e gli au­to­ri. Non ci so­no sce­ne eli­mi­na­te (sem­pre che esi­sta­no), o trac­ce di com­men­to, in com­pen­so la qua­lità del ma­te­ria­le pre­sen­te è al­tis­si­ma. In det­ta­glio ab­bia­mo:


DISCO 1:

Trailer italiano (HD, 1:32 min.)

Spot TV (HD, 32 sec., sott. ITA)

Promo (HD, 1:03 min., sott. ITA)

Credits


DISCO 2:

Scenografie (HD, 10:27 min., sott. ITA)

Effetti visivi (HD, 17:50 min., sott. ITA)

Dietro le quinte (HD, 15:09 min., sott. ITA)

Personaggi (HD, 13:08 min., sott. ITA)

Conferenza stampa (HD, 71:50 min., sott. ITA)

Photogallery (HD, 5:20 min., sott. ITA)

Dal fumetto al grande schermo (HD, 54:26 min., sott. ITA)

Conept art (HD, 2:15 min.)

Prequel animato (HD, 4:42 min., ITA)

Le fea­tu­ret­te su sce­no­gra­fia, ef­fet­ti e per­so­nag­gi non so­no me­ri spot pro­mo­zio­na­li di­la­ta­ti (co­me spes­so ac­ca­de), e no­no­stan­te la bre­ve du­ra­ta ab­bon­da­no d'in­for­ma­zio­ni. Il pez­zo sul­le sce­no­gra­fe ha per pro­ta­go­ni­sta On­drej Ne­ka­va: l'ar­ti­gia­no il­lu­stra l'in­cre­di­bi­le set co­sti­tui­to da grup­pi di quat­tro va­go­ni in di­men­sio­ni rea­li, e rial­le­sti­ti più vol­te per crea­re tut­ti gli am­bien­ti del film. Vie­ne da­to gran­de ri­sal­to ai det­ta­gli sia de­gli in­ter­ni che del­le at­trez­za­tu­re, in par­ti­co­la­re la piat­ta­for­ma che da l'il­lu­sio­ne del tre­no in mo­vi­men­to, e smos­sa da ruo­te ed enor­mi am­mor­tiz­za­to­ri ad aria. Le spie­ga­zio­ni so­no esau­rien­ti ed an­che piut­to­sto tec­ni­che, ma sem­pre com­pren­si­bi­li... e so­prat­tut­to in­te­res­san­ti. An­co­ra più tec­ni­ca è la fea­tu­ret­te su­gli ef­fet­ti vi­si­vi in CG: a pre­sen­tar­la è lo spe­cia­li­sta Eric Du­st, il qua­le il­lu­stra le tec­ni­che uti­liz­za­te per am­plia­re i set, e da­re più rea­li­smo an­che al­le sce­ne in green screen mol­to com­ples­se. Fra i va­ri fo­cus, uno in par­ti­co­la­re è de­di­ca­to all'esplo­sio­ne e de­ra­glia­men­to fi­na­li, l'al­tro al­lo sti­le di ri­pre­sa vir­tua­le al di fuo­ri del tre­no. Que­st'ul­ti­mo è dav­ve­ro in­te­res­san­te e spie­ga co­me si sia cer­ca­to (mol­to sag­gia­men­te) di si­mu­la­re un ve­ra ci­ne­pre­sa, evi­tan­do quin­di "vir­tuo­si­smi" im­pos­si­bi­li. In con­clu­sio­ne ven­go­no mo­stra­te al­cu­ne can­cel­la­zio­ni di­gi­ta­li di ele­men­ti, co­me sno­w­boar­der o seg­gio­vie, che di­stur­ba­va­no i set in ester­ni ti­po quel­lo del­la sce­na fi­na­le. Il fil­ma­to sui per­so­nag­gi è mol­to de­scrit­ti­vo ma non ba­na­le e ci fa ri­le­va­re ca­rat­te­ri­sti­che "in­so­spet­ta­bi­li" di al­cu­ni pro­ta­go­ni­sti, co­me ad esem­pio la "te­ne­rez­za" in qual­che mo­do in­ge­nua del­la mi­ni­stra Ma­son. Il die­tro le quin­te da un'in­fa­ri­na­tu­ra ge­ne­ra­le sul film, dal­la tra­ma al­la la­vo­ra­zio­ne, fo­ca­liz­zan­do­si sui si­gni­fi­ca­ti "so­cia­li", la vi­sio­ne del re­gi­sta (ol­tre al suo mo­do mol­to "gra­fi­co" di la­vo­ra­re) e al­la tran­si­zio­ne dal fu­met­to. L'in­ser­to ab­bon­da di im­ma­gi­ni sul die­tro le quin­te (al­cu­ne già vi­ste nel­le al­tre fea­tu­ret­te), ed è zep­po di in­ter­vi­ste al re­gi­sta e a tut­to il ca­st, com­pre­si ov­via­men­te Chris Evans, Til­da Swin­ton e John Hurt, più Ed Har­ris che rac­con­ta co­me si sia ap­pas­sio­na­to al pro­get­to (e al ci­ne­ma di Bong, che non co­no­sce­va). Par­te del ca­st e il re­gi­sta pre­sen­zia­no an­che al­la lun­ga con­fe­ren­za stam­pa te­nu­ta­si in Co­rea, a ri­dos­so dell'usci­ta av­ve­nu­ta il pri­mo ago­sto 2013. Co­me nel die­tro le quin­te, tut­ti rac­con­ta­no la lo­ro espe­rien­za sul set, ed ov­via­men­te non man­ca­no aned­do­ti in­te­res­san­ti co­me quel­li sul re­clu­ta­men­to di Til­da Swin­ton, o il rap­por­to fra Evans e la gio­va­ne Ha-Sung Ko (im­ba­raz­za­tis­si­ma) e an­co­ra su­gli stunt. La quan­tità di in­for­ma­zio­ni è rag­guar­de­vo­le, an­che se la lun­ghez­za è ec­ces­si­va, e cau­sa tem­pi mor­ti. In più non man­ca­no fiu­mi di com­pli­men­ti re­ci­pro­ci, e aleg­gia l'im­ba­raz­zo al­lu­ci­nan­te di Til­da Swin­ton e Chris Evans per gli in­ter­pre­ti co­rea­ni ac­cuc­cia­ti al­le lo­ro spal­le. Il bre­ve pre­quel ani­ma­to rac­con­ta l'apo­ca­lis­se gla­cia­le che pre­ce­de gli even­ti del film, e lo fa con una sti­le mol­to par­ti­co­la­re: in­fat­ti non ci so­no ani­ma­zio­ni ve­re e pro­prie, ma scher­ma­te sta­ti­che tri­di­men­sio­na­li per­cor­se da una te­le­ca­me­ra vir­tua­le. Il mo­vi­men­to di que­st'ul­ti­ma im­pri­me una "di­re­zio­ne" al­la sto­ria, con un ef­fet­to sug­ge­sti­vo ba­sa­to sul­lo sve­la­men­to pro­gres­si­vo dei det­ta­gli e vir­tuo­si­smi che evo­ca­no le ani­ma­zio­ni as­sen­ti. Cu­rio­sa an­che l'estre­ma for­ma­lità del­la con­fe­ren­za, a par­ti­re dai ri­gi­di sa­lu­ti ini­zia­li, e le "po­se" per i fo­to­gra­fi im­po­ste da una pre­sen­ta­tri­ce mol­to se­ve­ra. Le gal­le­ry di fo­to e con­cept art so­no pia­ce­vo­li: la pri­ma in­clu­de so­prat­tut­to fo­to­gram­mi, e qual­che bel­lis­si­mo sket­ch, men­tre la se­con­da pro­po­ne di­se­gni con­cet­tua­li pre­pa­ra­ti dal di­se­gna­to­re del fu­met­to da cui è trat­to Sno­w­pier­cer, Jean-Marc Ro­chet­te, e in­clu­se nel film co­me ri­trat­ti rea­liz­za­ti dal per­so­nag­gio del pit­to­re. Sem­pre Ro­chet­te ap­pa­re nel lun­go do­cu­men­ta­rio sul pas­sag­gio dal fu­met­to al film, as­sie­me al­lo scrit­to­re Be­n­ja­min Le­grand. Il fil­ma­to è for­se il più in­te­res­san­te del com­par­to ex­tra, al­me­no fra quel­li non "tec­ni­ci", e rac­con­ta la "se­con­da gio­vi­nez­za" de­gli au­to­ri fran­ce­si do­po la de­ci­sio­ne di Boon Joon-Ho di trar­re un film dal lo­ro fu­met­to ri­sa­len­te a trent'an­ni pri­ma, e or­mai ca­du­to nell'oblio. Ven­go­no mo­stra­ti il la­vo­ro e l'at­ti­vità di Ro­chet­te (che è di­ve­nu­to pit­to­re e si è tra­sfe­ri­to da Pa­ri­gi a Ber­li­no), ed ov­via­men­te non man­ca­no aned­do­ti sul fu­met­to ori­gi­na­rio (Trans­per­ce­nei­ge), in par­ti­co­la­re sull'edi­zio­ne "pi­ra­ta" co­rea­na che ha per­mes­so al re­gi­sta Bong di sco­pri­re l'ope­ra. As­si­stia­mo quin­di all'in­con­tro fra gli au­to­ri e la trou­pe, poi la vi­si­ta ai set, e il re­clu­ta­men­to di Ro­chet­te e Le­grand co­me clo­chard del­la se­zio­ne di co­da del tre­no. Se­guo­no con­fe­ren­ze, pro­ie­zio­ni, e in­ter­vi­ste in oc­ca­sio­ne dell'usci­ta co­rea­na, all'in­se­gna di un gla­mour mol­to "com­po­sto", e so­prat­tut­to del­lo stu­po­re e del­la com­mo­zio­ne dei due fran­ce­si. Il fil­ma­to scor­re age­vo­le no­no­stan­te la du­ra­ta, e in­clu­de mol­te con­si­de­ra­zio­ni pro­fon­de so­prat­tut­to di Ro­chet­te: sul film, sul fu­met­to, su­gli "scher­zi del de­sti­no"... ed an­che sul­la sua car­rie­ra ed i pro­po­si­ti per il fu­tu­ro. I con­tri­bu­ti ex­tra so­no tut­ti in al­ta de­fi­ni­zio­ne, ed han­no una qua­lità vi­deo che va­ria fra di­scre­to (con­fe­ren­za e do­cu­men­ta­rio sui fu­met­ti­sti) e mol­to buo­no (gal­le­ry, fea­tu­ret­te e trai­ler).



Screencapture Blu-Ray: Full HD PNG (occhio agli spoiler!!)



Confronto prima edizione e riedizione Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)













Confronto DVD - riedizione Blu-Ray: Full HD PNG
(occhio agli spoiler!!)








link a recensioni esterne:
Scheda del film:

Hardware con cui vedo e ascolto i Blu-Ray (in giallo quello usato per recensire il titolo):
    DISPLAY
    Panasonic plasma FULL HD 55' 3D TX-P55ST50E
    Panasonic plasma FULL HD 50' TX-P50S20
    Panasonic plasma FULL HD 46' TX-P46U20
    Panasonic plasma HD READY 50' TH50-PV60
    Panasonic plasma HD READY 42' TH42-PX7
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-980
    Epson proiettore LCD FULL HD EMP TW-680

    LETTORI
    Sony Playstation 3
    Sony BDP S-500
    Sony BDP S-550
    Samsung BDP 1400
    Samsung BDP 1500

    AMPLIFICATORI + DECODER + DIFFUSORI
    Onkyo TX DS-676, Jbl Tlx 500 (centrale), Jbl tlx 700 (frontali, posteriori), Jamo X5 (subwoofer attivo)
    Onkyo TX DS-555, Technics Sh-500, Technics Sb-ca21 (frontali), Wharfedale Modus 3 (posteriori), infinity ref. 100 (centrale)
    Harman Kardon AVR 164, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140
    Sony str-db 830, sistema satelliti + subwoofer Jbl Scs 140

    CUFFIE
    Decoder Sony MDR-1000 + cuffie Sony MDR-XB600
    Decoder + cuffie Sony MDR-6500

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