lunedì 4 agosto 2008

Vivere e morire a Los Angeles (To live and die in L.A.)

FILM: Noir poliziesco in cui il regista William Friedkin (Il braccio violento della legge, l’esorcista) accomuna la contraffazione di denaro e quella, metaforica, dei rapporti umani. Ambientato in una Los Angeles torbidissima, imbastisce una storia di vendetta che non lascia speranza, ed è costellato di personaggi senza scrupoli. Non fa eccezione il protagonista Steve Chance (William Petersen) agente dei servizi segreti disposto a infrangere qualsiasi legge, etica o morale, pur di mettere le mani su Rick Masters, un falsario che gli ha ucciso il collega. Ma come lui, c'è tutt'un sottobosco metropolitano così degradato da trasformare, in modo sempre più inesorabile, ogni relazione umana in moneta di scambio. La regia di Friedkin, brusca e adrenalinica, porta l'intreccio quanto più possibile sulla strada, conferendo un tono molto realistico. La ruvida e sgargiante stilizzazione anni ‘80, invece, satura i vari strati sovrapposti (ma "sconnessi") di autorità e fasce suburbane. Azzeccatissimi i tratti del supercattivo Rick Masters (interpretato da Willem Dafoe), in particolare il suo talento per la pittura (opposto a quello per la falsificazione di denaro, altrettanto “artistico”) e l'attrattiva "demoniaca" per il fuoco. L’azione è centellinata ma costante, almeno fino allo strepitoso inseguimento in auto che, mischiando raptus euforici a connotati d’incubo, completa la discesa agli inferi di Chance. La sequenza da antologia, però, resta quella in cui Masters stampa denaro falso: seducente, ipnotica e ricca di sottintesi grafici (l’inchiostro che sembra sangue) e sonori (i macchinari a tempo di musica) sulla ritualità “faustiana” della procedura. Per il protagonista William Petersen (già nelle corde del successivo Manhunter), ruolo "cult" e oltre i limiti, come dimostra, appena dopo l'inizio, il salto nel vuoto che definisce tanto il personaggio di Chance quanto il suo destino. Memorabili anche i comprimari, fra i quali spiccano Dean Stockwell (l’avvocato), un giovanissimo John Turturro (nei panni del “galoppino”) e John Pankow (il nuovo collega di Chance). Ad amalgamare il capolavoro ci pensa la musica di Wang Chung, le cui sonorità martellanti riflettono l’equilibrio della pellicola fra paura e fascinazione per il male.

QUALITA' VIDEO (7 su 10): L’immagine 1.85:1 del film è stata trasposta su un Bluray a strato singolo utilizzando la compressione mpeg2, come da pessima consuetudine di Fox per quanto riguarda i titoli di catalogo. La resa del video, comunque, non è mediocre come ci si potrebbe aspettare ma anzi è in grado di appagare l’occhio, purché si tenga ben conto dello stile con cui il film è girato. La fotografia, infatti, è sempre molto “ruvida” e, per precisa scelta artistica, coperta da uno strato di grana quasi sabbiosa. Quest’ultima è abbastanza evidente sia in scene al chiuso che in passaggi diurni, dove conferisce all’immagine una sensazione di “sporcizia” che però s’addice perfettamente al tono del film e, soprattutto, non guasta la definizione complessiva. Proprio la definizione s’attesta su livelli più che discreti e, sotto la “patina” di grana, consente di vedere chiaramente il dettaglio su volti, oggetti e sfondi. Gli incarnati, quando la ripresa è perfettamente a fuoco, mostrano una buona porosità e in certi primi piani quasi stupiscono (almeno per l’età del film): s’osservino, ad esempio, la prima inquadratura su Willem Dafoe, o i molti piani ravvicinati su William Petersen, o ancora, quelli durante la rissa nel ghetto, ambientata quasi al buio. Anche i totali, sebbene “polverosi”, appaiono piuttosto definiti e, soprattutto, hanno contorni molto sottili e ben sfumati. In certi casi, addirittura, la resa è così nitida da sembrare quella d’un film odierno, come accade in certe inquadrature del porto, nell’incipit sul ponte e nella scena in cui Chance sfonda il cancello per entrare nel magazzino di Masters, dopo l’omicidio del collega. Certo non mancano i momenti in cui la qualità video diminuisce, anche se a infastidire non è tanto la minor definizione (mai troppo morbida o pastosa) quanto la trasformazione della grana in un rumore video forse troppo “metallico” e non più “da pellicola”. Tuttavia, la durata di questi momenti è inferiore a quelli in cui l’impatto generale convince. La saturazione dei colori è sorprendente e in particolare splendono i rossi, i verdi e gli azzurri. Ne consegue una resa a dir poco sgargiante delle tinte, comprese quelle del cielo, degli incarnati o dei molti ambienti dai colori caldi. La sequenza dei titoli di testa, poi, è quasi abbagliante, grazie ad una sfilza di rossi e verdi che debordano dallo schermo. Più che buono il contrasto, e livello del nero piuttosto basso. Inoltre, sempre il nero non nasconde mai i dettagli, salvo forse in un paio di sequenze volutamente buie (il viaggio in macchina verso il magazzino/stamperia, nell’incipit). Tutto ciò contribuisce ad elevare ulteriormente il senso di tridimensionalità dell’immagine, davvero notevole. L’edge enhancement è abbastanza presente ma non è mai fastidioso, mentre a livello di compressione video si nota una certa pastosità della definizione in tutte le scene immerse nei colori più forti (es. i passaggi nel topless bar, o durante la stampa del denaro, e, ancora, la resa dei conti nel magazzino). Qualche dissolvenza, inoltre, presenta effetti di posterizzazione. In definitiva, il video di questo Bluray non può certo dirsi di riferimento e nemmeno particolarmente notevole: tuttavia, e come precisato all’inizio, non è stato compromesso dall’uso dell’algoritmo mpeg2 e del supporto a strato singolo. In più, gode di svariate peculiarità favorevoli e, soprattutto, restituisce l’esperienza del film in modo molto più fedele di quanto faccia il corrispondente DVD, molto più “sfocato” e “plasticoso”.

QUALITA' AUDIO (6 su 10): L’audio italiano DTS a 768 kbit è tutto sommato piacevole, anche se “vecchio” e con svariati difetti. Il volume di registrazione è più che discreto ma la dinamica è un po’ carente sui bassi. Il fronte anteriore, comunque, è ampio e separato e, soprattutto, riproduce con un certo calore le splendide musiche di Wang Chung. I molti effetti della colonna sonora generano panning e riverberi e sono abbastanza definiti, sebbene un po’ sporchi. Inoltre, non sono esenti da saturazioni, come nel caso di spari, stridìo di freni, esplosioni ed altri effetti più o meno violenti. Il canale centrale, purtroppo, è il vero punto debole della colonna sonora e presenta una timbrica totalmente diversa da quella degli altri canali. Ciò è evidente soprattutto nel caso delle voci, molto cupe, nasali e basse di volume. Tale discrepanza è dovuta, probabilmente, ad un’operazione di “taglia e cuci” fra la traccia effetti della colonna sonora americana (restaurata e rimasterizzata) e quella monofonica italiana. In alcuni casi, purtroppo, la resa del centrale è così disomogenea da rendere l’ascolto faticoso, come nel caso della prima sequenza al bar dopo il salto di Chance dal ponte. In più, sempre sul centrale gli effetti producono strani riverberi. Il fronte posteriore contribuisce ad animare la scena con una certa vivacità, anche se il messaggio sonoro è spesso del tipo monofonico sdoppiato. Fanno però eccezione alcuni panning (soprattutto di veicoli) e persino qualche sparo, più alcuni altri effetti ambientali (opportunamente ritardati sui due diffusori) dove anche l’estensione degli alti è tale da offrire un coinvolgimento piacevole. Come anticipato, l’estensione sulle basse frequenze è scarsa e a poco serve il rinforzo d’un subwoofer che, nonostante qualche decisa “enfatizzazione” (es. lo scoppio iniziale e l’incendio finale) non fa nulla per colpire allo stomaco. Gli alti, però, si mantengono sempre abbastanza “frizzanti”: forse troppo, anche se il coinvolgimento di molte sequenze ne giova. Ad esempio, s’ascoltino l’inseguimento all’aereoporto, o quello in auto e, ancora, la sequenza in cui Willem Dafoe produce il denaro falso. Anche le varie risse ed omicidi risaltano a sufficienza e con essi tutti le fasi in cui si mischiano musiche ed effetti. Il livello finale non sarà lo stesso d’una colonna sonora odierna (e nemmeno quello della traccia americana, molto più omogenea): ma, rispetto al mediocre audio stereofonico del DVD, l’incremento è udibile e la resa sufficiente.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (1 su 10): Extra inesistenti, salvo i trailer cinematografici del film stesso, di “Ronin” e de "Il silenzio degli innocenti", tutti in alta definizione: dove sono finiti (fra gli altri extra) la bella featurette, il finale alternativo, le scene eliminate e la traccia di commento inclusi nel DVD americano?

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum AV Magazine (Bluray italiano)
AVS Forum (Bluray giapponese)

Scheda del film
Imdb