giovedì 31 gennaio 2008

Le colline hanno gli occhi (The hills have eyes)

FILM: Remake dell'omonimo thriller di wes Craven, diretto, questa volta, da Alexandre Aja. Il regista di "Haute Tension" rinuncia alla riflessione sul genere imbastita nell'opera prima, e per il suo battesimo Hollywoodiano confeziona un prodotto piuttosto "allineato": tuttavia, la spietatezza formale conferisce un grado di disturbo che, assieme allo splatter estremo, rende l'opera fastidiosa persino nei momenti "liberatori" (il finale). Focus del remake è lo stesso del prototipo, ovvero lo scontro fra la più tipica famiglia americana e una tribù di "mutanti" serial killer, con l'aggiunta d'un background "postnucleare" che attualizza, giustificandola, l'origine del male. L'ossessione per i valori borghesi, come fonte di sicurezza ed arma contro il diverso, propelle una seconda parte in cui echi da disorientamento post 11 settembre si fondono a un'efficace estetica della "contaminazione". Quest'ultima, è letterale quando ritrae mostri per cui è impossibile provare compassione ma è anche, e soprattutto, sociologica, ad esempio quando accosta i superstiti della famiglia ai manichini utilizzati per i test nucleari. O ancora, quando mostra, nei momenti più suggestivi del film, i crateri zeppi d'ogetti appartenuti alle famiglie trucidate, come tombe d'una civilità che, da post-atomica, è divenuta post-consumistica. Proprio questa scelta figurativa, assieme alla violenza "naturale" che tanto richiama Peckinpah, segna il distacco da Craven e avalla l'idea d'un mondo in cui tutti sono disposti a tornare bestie (e rimanere tali) per difendere la propria "way of life", giusta o sbagliata che sia. Chi esita, o cerca la mediazione, muore, soprattutto se è un bambino o un cane. Niente di nuovo, in fondo: ma la regia "tagliente", gli strepitosi effetti speciali e una visione senza compromessi non solo scaldano bene la minestra, ma la insaporiscono di parecchio.

QUALITA' VIDEO (8 su 10): L'immagine 2.35:1 è riversata da una pellicola in condizioni ottime, come testimonia l'assenza di graffi o spuntinature. L'impostazione della fotografia, inoltre, è abbastanza incisiva e nelle scene luminose (prevalenti) regala passaggi molto taglienti. In particolare, colpiscono fin da subito i totali desertici, in cui breccia e sassolini producono il tipico effetto "buccia d'arancia" che trasmette un senso di grande definizione. Anche la sequenza dei titoli mette in risalto il dettaglio che questo trasferimento riesce a raggiungere (almeno a tratti): per accorgersene, basta osservare gli inserti "lampo" con i mutanti, che si alternano alle immagini con le esplosioni atomiche. Addirittura, certe sequenze della prima parte, come l'inseguimento del cane dopo l'incidente d'auto, sono impressionanti per il livello di nitidezza. Gli incarnati sono sempre abbastanza caldi, e spesso virati su tonalità arancioni, come il resto della fotografia, mentre il microdettaglio degli sfondi è a fuoco e "intricato" a sufficienza. Il livello di contrasto si mantiene alto ed anche se, talvolta, produce bianchi accecanti, non arriva mai ai livelli eccessivi riscontrati, ad esempio, in Hostel 2. Anche la luminosità svolge bene il proprio compito, e resta elevata persino nelle molte scene scure. Infine, i neri sono profondi senza divorare dettagli (salvo forse nella sequenza più lunga all'interno della miniera). In definitiva, ci troveremmo davanti a un quadro di assoluto riferimento (almeno su schermi fino a 50 pollici) non fosse per gli effetti, insolitamente fastidiosi, della compressione Mpeg2 impiegata per il trasferimento. Quest'ultima, unita all'utilizzo d'un supporto a strato singolo, "sporca" il quadro con un rumore video che infesta soprattutto le scene notturne (non molte, per fortuna). In particolare, la sequenza del "rogo umano" è coperta da una patina granulosa abbastanza spessa, e addirittura pulsante. Inoltre, sempre la compressione impasta il dettaglio di molte scene in penombra e, come se non bastasse, solarizza qualche sfondo. La situazione non si fa mai drammatica, salvo forse nella scena del cimitero: molto breve, ma così piena di blocchi colorati da essere incomprensibile. L'edge enhancement, comunque, è sempre ridotto nonostante i forti contrasti, mentre la grana della pellicola non viene mai limata da algoritmi dnr. In più, quest'ultima produce sempre un dettaglio finissimo quand'è attraversata dalla luce solare. In definitiva, la resa dell'immagine non tradisce mai la sua natura "HD", sempre ben visibile: peccato che, a tratti, la compressione le impedisca di raggiungere i massimi livelli a cui poteva aspirare.

QUALITA' AUDIO (8,5 su 10): L'audio itliano DTS ha un bitrate di "soli" 768 Kbit ma è comunque di buonissimo livello. L'immagine sonora è ampia e molto calda: inoltre, pur non essendo assordante, conta su una gamma medio bassa potente e "secca". Anche gli alti non sono da meno, e fin dall'inizio suonano taglientissimi: lo dimostrano gli effetti del preambolo (i respiri degli scienziati e le picconate sulle pietre), poi quelli nella sequenza dei titoli, che fanno saltare dalla poltrona per il senso di "disturbo". Tali effetti (simili a quelli di scariche elettriche) tornano con analoga efficacia nei momenti più tesi della pellicola. Il canale centrale è pulito e quando non partecipa a panning frontali (meno frequenti degli effetti) riproduce voci piene, cristalline e mai minate da saturazioni. Quando richiesto, inoltre, sempre il centrale partecipa con veemenza alle scene più fragorose, emergendo anche in gamma bassa. Ottimi esempi, in questo senso, sono la sequenza dell'incidente in auto e quella, già citata, del "rogo umano", oltre alla mattanza nel camper e allo scontro "prefinale" nel villagio post-atomico. In tutte queste scene, emerge la grande compattezza del fronte anteriore, e la ricchezza di quello posteriore, il quale si scatena sia con effetti attivi (anche vocali) che con panning, ambienza e riverberi. Persino la resa musicale è particolarmente vivace e si distingue non solo per l'ottima definizione, ma anche per la distribuzione su tutti i canali, sempre molto fantasiosa. Il volume di registrazione è elevato, tuttavia non è possibile avvertire fruscii, mentre il subwoofer partecipa in maniera solo discreta, salvo forse nell'unica esplosione presente in tutto il film.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (4 su 10): Gli extra, contenuti nel solito menù a scomparsa Fox, includono una traccia di commento del regista Alexndre Aja e di altri membri del cast tecnico, una seconda traccia dei produttori Wes Craven e Peter Locke, qualche nota di produzione e i trailer, in alta definizione, di X-men - conflitto finale, La vera storia di Jack lo squartatore e Le colline hanno gli occhi. Da notare che entrambe le tracce di commento sono sottotitolate anche in italiano. Curiosità: la foto sul retro della fascetta non proviene dal menù di questo Bluray, ma da quello del sequel, non ancora pubblicato in Italia.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum DVD Essential (Bluray italiano)
DVD Forum (Bluray italiano)
Highdefdigest (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb

lunedì 28 gennaio 2008

Blade runner (import USA)

FILM: Dal romanzo di Philip Dick "Do androids dream of electric sheep?", Ridley Scott trae un noir futuristico di matrice esistenzialista, con ampi rimandi al poliziesco "hard boiled" e alla fantascienza antiutopistica. Essenziale nell'intreccio, s'affida a un'estetica d'intossicante bellezza, seguendo una trasfigurazione, prima dell'opera letteraria e poi della sceneggiatura, dai forti accenti sperimentalisti. Il risultato è un'esperienza totalmente "visuale", che tuttavia digerisce, superandoli, gli stilemi dickiani sul concetto di "Umanità". Il merito dell'impresa va a una rappresentazione urbana di realismo sconvolgente, e alle intuizioni che racchiude: dalla stratificazione sociale (e architettonica), alla mescolanza di razze, luci e pioggia, dall'ossessione per il "surrogato" e per gli occhi (quale "tecnologia" ultima per filtrare il reale), al compenetrarsi d'umano e cibernetico. Riflesso d'un simile, potentissimo immaginario, è la progressiva identificazione fra l'uomo e il suo alter ego sintetico, il "replicante": ma mentre, nell'opera letteraria, l'uguaglianza uomo-macchina sottintendeva un'allegoria sulla spersonalizzazione, in Blade Runner ridefinisce l'autenticità dei sentimenti, separandoli da ogni prerogativa biologica o divina. Alla luce di tale suggestione, per cui la brama di vita "legittima" la vita stessa, i toni non possono che essere cupi, il finale "irrisolto", e la storia d'amore, fra il poliziotto Harrison Ford e la replicante Sean Young, senza futuro. Quanto al narrato fuori campo, presente nella prima edizione del film, non si può che lodare la sua esclusione -anche- da quest'ennesimo "final cut", in quanto didascalia antipoetica, e fuorviante nel sottolineare l'opinione del protagonista Ford. Del suo personaggio, infatti, bastano l'apatia e il "modus" investigativo: un processo di "magnificazione" visuale che svela il subatomico nell'immagine e il pixel nell'organico.

QUALITA' VIDEO (8,5 su 10): Blade Runner final cut occupa un Bluray da 50 GB, ed è compresso tramite algoritmo VC-1. Le immagini, ovviamente presentate nel loro formato originale, vantano una qualità eccellente ma non straordinaria, anche se per motivi quasi solo "fotografici". Innanzitutto, va precisato che la pellicola, restaurata ad un livello maniacale e digitalizzata a risoluzione 4k e, in parte, 8k, è in condizioni ottimali: graffi o spuntinature sono del tutto assenti, mentre la grana non "sporca" mai il quadro in maniera evidente. Di tutto il film, sbalordisce soprattutto la resa delle celebri panoramiche sulla città, e delle scene con effetti speciali ottici (che di solito "spengono" di parecchio la luminosità e i colori). L'apertura, ad esempio, toglie il fiato ed assurge all'olimpo delle sequenze "demo": in essa, il livello di nitidezza supera anche quello, già "ipnotico", visto in Apocalypto, con in più una pulizia, un nero, ed una saturazione dei colori che rendono il quadro tridimensionale. Ma sullo stesso livello (seppur con un po' più di grana) sono anche tutte le traversate di Deckard (il personaggio interpretato da Harrison Ford) a bordo delle auto volanti, i molti totali della città, e certe in quadrature più ravvicinate degli edifici, soprattutto durante l'ultima parte. Nelle normali sequenze con i mezzi e primi piani degli attori, invece, la nitidezza diminuisce, pur mantenendo un livello molto alto e parecchie punte straordinarie, soprattutto per un film con ormai 22 anni sulle spalle. In particolare, certi brevi passaggi (che però costellano un buon 60% del film) hanno una "pasta" meno fine, mentre in altri la ripresa è lievemente fuori fuoco. Questi momenti meno riusciti, che si contano sulla punta delle dita, sono localizzati nella scena con Deckard e Rachel alla Tyrrel, in quella con il fabbricante d'occhi Chew, in parte del confronto fra Deckard e la replicante Zhora, e nel "pre-finale" al Bradbury Building. D'altro canto, non mancano sequenze, oltre a quelle citate all'inizio, dove la resa è esemplare, con vette da capogiro sia nella definizione che nella pulizia: su tutte, l'interrogatorio iniziale, l'entrata di Deckard nella stazione di polizia, certi primi piani dei replicanti in casa di Sebastian, l'omicidio di Tyrell e, forse la migliore in assoluto, quella in cui Deckard, all'interno della sua auto, s'identifica con la polizia, subito prima d'entrare nel Bradbury Building. In ogni frangente del film, comunque, la resa dei colori è sempre fedelissima alla fotografia, mentre contrasto e luminosità sono pressoché perfetti, come testimonia un nero che, salvo in qualche scena nell'appartamento di Deckard, non mangia alcun dettaglio. Le dominanti cromatiche variano fra blu, giallo e verde, ma ciò non toglie che, nelle molte scene ambientate nel caos urbano, la palette resti calda, varia e molto vivace. La resa delle scene in interni è sempre appagante e, a parte la maggiore "ruvidità" dei momenti citati sopra, molto pulita. Addirittura i contorni delle figure di Deckard e Rachel, sempre nelle sequenze nel suo appartamento, appaiono "sfumati", a testimonianza del poco o nullo edge enhancement, in favore di quella che parrebbe un lieve "spruzzata" di dnr (digital noise reduction). Impossibile notare artefatti di compressione, anche e soprattutto nelle molte scene difficili, sebbene in due inquadrature (di numero) faccia capolino un pesante rumore video. In definitiva è ovvio che, nonostante le imperfezioni, il comparto visivo di Blade Runner non sia mai stato così "analogo" a quello della pellicola, con uno scarto dal DVD quasi sempre stratosferico.

QUALITA' AUDIO (7,5 su 10): L'audio inglese Dolby Digital 5.1 (640 kbit) è sicuramente il migliore che abbia mai accompagnto Blade Runner, sebbene la qualità (comunque molto alta) non possa competere con quella dei film più recenti. Come l'immagine, anche la colonna sonora è stata restaurata: inoltre, il nuovo master audio ha subito un remissaggio elaboratissimo, con risultati che soddisfano in molti passaggi ma deludono in altri, soprattutto a causa d'un lieve effetto "copia e incolla". Il volume di registrazione è alto, e fin da subito rivela la grande potenza del segnale su tutti i diffusori. Il fronte anteriore è amplissimo e può contare su una gamma bassa d'esuberanza e calore sorprendenti. Per accorgersene, è sufficiente acoltare tutta la sequenza d'apertura, con i "tuoni" delle musiche e gli effetti delle fiammate sulla città. Anche la gamma medio/alta si difende, almeno sugli effetti laterali, che suonano nitidi e "staccati" quasi come in una colonna sonora attuale. Il canale centrale, invece, s'incupisce un po', fin quasi a "stonare" con il resto. Ciò è evidente soprattutto nei dialoghi, che rispetto a certi effetti suonano molto più "vecchi". Inoltre, sempre le voci vengono spesso coperte da fruscio e in qualche passaggio sono accompagnate da un'ambienza innaturale. Nel complesso, comunque, l'ambiente sonoro è quasi sempre spettacolare, ed animato da una marea d'effetti un po' fruscianti ma nitidi. Inoltre, gli stessi effetti sorprendono per la loro "sottigliezza", che si sostanzia in panning fronte e retro e sinistra destra, anche sui canali posteriori. S'ascoltino, ad esempio, tutta la sequenza iniziale e, quindi, dell'interrogatorio di Leon, poi tutte le scene con "trasvolate", quelle nella folla, sotto la pioggia, e persino certi passaggi in casa di Deckard, senza contare abbondanti spezzoni del duello finale, zeppi di tuoni, spari, echi e riverberi d'ogni genere. In particolare, colpiscono la qualità dei vari "temporali", ed anche i sibili degli "spinner" (macchine volanti) sui canali posteriori, potenti e dal volume molto alto. Peccato però che alcuni passaggi siano compromessi dalla scarsa qualità della colonna sonora originale: emblematica, in questo senso, è la scena dell'inseguimento di Zhora, colma di saturazioni ed effetti (del traffico o della folla) molto limitati in dinamica. Se non altro, tale scena si conclude con spari e cadute di vetri dall'impatto timbrico eccezionale, anche se, l'enorme differenza dagli altri effetti, porta alla sensazione di "copia e incolla" alla quale s'era accennato. La medesima discontinuità si può avvertire in altre sequenze, seppur non con lo stesso divario della suddetta. Buono, in tutte le situazioni in cui è tirato in causa, l'apporto del subwoofer, non molto profondo ma sempre esuberante. In definitiva, la resa audio non può dirsi fra le più memorabili: tuttavia, la vivacità del mix è tale da coinvolgere ad un livello davvero appagante, e comunque ben superiore a quello della precedente edizione in DVD.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (9,5 su 10): La quantità d'extra, sparsi sia sul primo che sugli altri 4 dischi che compongono il set, è semplicemente incredibile e sviscera il film (in ogni sua versione) oltre le aspettative del fan più esigente. A ben vedere, mancano del tutto gallerie fotografiche (inizialmente annunciate) ed altri contenuti di tipo "statico": tuttavia, è comunque difficile immaginare che in futuro si possa imbastire un comparto extra più completo ed approfondito di questo, sia per Blade Runner che per qualunque altro film. Scendendo In dettaglio, i contributi sono distribuiti come segue:

Sul PRIMO DISCO trovano posto un'introduzione di Ridley Scott al film, e tre tracce di commento: una sempre del regista Ridley Scott, una degli sceneggiatori e dei produttori, fra cui Hampton Fencer e David Peoples ed una dei realizzatori degli effetti speciali, fra cui Syd Mead. Quest'ultima, in particolare, è incredibilmente tecnica e farà la gioia di tutti gli appassionati dell'argomento.

Il SECONDO DISCO include il documentario Dangerous Days, che dura la bellezza di 211 minuti. E' diviso in 8 capitoli è narra la realizzazione del film, dalla sceneggiatura ai travagli di distribuzione, con una quantità di dettagli esorbitante. Tutto il cast artistico e tecnico viene intervistato e non manca una serie interminabile di filmati sul dietro le quinte, oltre ad outtakes straordinari, screen test e clip audio. Anche gli aneddoti non si contano, mentre i retroscena sono così interessanti da sbalordire anche il fan più navigato. Gli autori del documentario sono gli stessi di quelli prodotti per il cofanetto "Alien Quadrilogy" e per "Il Gladiatore", quindi è facile immaginare il livello di drammaticità e di passione infuso nei contenuti, che sono stati montati ed organizzati proprio come in un film. Non per nulla, il solo Dangerous Days avrebbe potuto costituire, da solo, un comparto extra assolutamente esaustivo.

Il TERZO DISCO è occupato da tre ulteriori versioni del film, ovvero quella originale americana del 1982, la versione internazionale, sempre del 1982 e il director's cut del 1992. Ognuna di esse è ottenuta tramite la tecnica del seamless branching, e discende dal medesimo master della passata edizione in DVD, anche se, ovviamente, in modalità HD 1080p. Rispetto al final cut, la qualità d'immagine è più bassa, soprattutto per quanto riguarda colori, rumorosità e contrasto: a livello di definizione, invece, il distacco non è enorme, con addirittura certe sequenze che, rispetto al final cut, hanno una resa più naturale. Ognuna delle tre versioni è introdotta, come al solito, dal Ridley Scott.

Sul QUARTO DISCO sono ospitate la featurette "The Electric Dream: Remember Philip K. Dick", sulla storia del celebre scrittore dal cui libro è stato tratto il film (14 minuti), la featurette "Sacrificial Sheep: The Novel Vs. the Film", sulle differenze, enormi, fra romanzo e pellicola (15 minuti), più otto interviste audio sempre a Philip Dick, in cui l'autore esprime i suoi punti di vista sul film, su Hollywood, sulla scelta degli attori, sugli effetti speciali e molto altro ancora. Seguono il contributo "Signs of the Times: Graphic Design", sul design delle insegne e delle pubblicità che costellano le scenografie (13 minuti), la featurette "Fashion Forward: Wardrobe & Styling" sui costumi (21 minuti), il tributo al grande scenografo Jordan Cronenweth intitolato "The Light That Burns: Remembering Jordan Cronenweth" (20 minuti), gli screen test di due aspiranti attrici ai ruoli di Rachel e Pris (9 minuti), una spettacolare serie di scene eliminate ed alternative che da sole valgono l'intero disco (48 minuti), le featurette d'epoca "On the Set" (14 minuti), "Convention Reel" (13 minuti) e "Behind-the-Scenes Outtakes" (9 minuti), la featurette "Promoting Dystopia: Rendering the Poster Art" in cui gli artisti John Alvin e Drew Struzan discutono la realizzazione dei poster per le varie edizioni del film (10 minuti), e la featurette "Deck-A-Rep: The True Nature of Rick Deckard", sulle speculazioni attorno alla natura del personaggio di Deckard (10 minuti). Chiudono la carrellata di contenuti, 8 fra trailer cinematografici e televisivi. Fra tutte le featurette, stupiscono in particolar modo quelle relative alla grafica e allo scenografo Jordan Cronenweth, per quantità di dettagli e aneddoti. Sul piano "culturale", invece, sbalordiscono tutti i segmenti relativi a Philip Dick, interviste audio comprese, mentre una menzione d'onore va alle scene tagliate, la cui valenza è quasi inestimabile. Montate in ordine cronologico, costituiscono quasi un'ulteriore versione del film, ed includono ogni genere di chicca: dalle visite di Deckard nell'opsedale in cui è ricoverato il collega Holden, alla versione più spinta della scena d'amore fra Deckard e Rachel, passando per un un inizio alternativo, versioni estese di tutte le sequenze più celebri, tre finali alternativi e chi più ne ha più ne metta. Le scene sono visibili anche singolarmente ma è preferibile la visione d'insieme, dato che ognuna è legata all'altra, senza soluzione di continuità, in modo molto curato e fluido.

Il QUINTO DISCO ospita la cosiddetta "workprint", cioè una versione provvisoria del film utilizzata nelle proiezioni test. Disponibile, fino ad ora, solo in una copia pirata di qualità pessima, tale workprint è abbastanza simile al final cut, anche se, osservandola attentamente, si possono individuare parecche differenze. Ad esempio, l'inizio e la fine sono diversi, mentre moltissime scene includono qualche secondo in più (o in meno) rispetto agli altri montaggi. Talvolta, i secondi aggiuntivi si sostanziano in inserti a sequenze ben note (ad esempio, l'inquadratura del cibo al ristorante cinese), ma sono di più i casi in cui è la "coda" di una certa scena ad essere più lunga (ad esempio l'omicidio di Holden). La qualità video della workprint, proposta in HD, è discreta ma ovviamente non paragonabile a quella delle altre versioni del film. Definizione e nitidezza sono più che sufficienti ma contrasto, nero e colori sono molto incostanti e talvolta "sballati". La visione, comunque, non è mai faticosa e, data anche la natura dei materiali, più che appagante. Accompagna la workprint una traccia di commento di Paul M. Summon (autore del libro "Film noir: The Making of Blade Runner) e il documentario "All Our Variant Futures: From Workprint to Final Cuts" (30 minuti). Quest'ultimo analizza tutte le differenze fra le varie edizioni del film, ed è così ricco di dettagli da risultare più interessante della workprint stessa.

Come nota finale, va precisato che tutti gli extra filmati sono in bassa definizione. Inoltre, data l'origine "low def" dei materiali che li riempiono, il secondo e il quarto disco sono semplici DVD. Purtroppo, gli extra del quarto disco sono privi di sottotitoli, come lo sono le tracce di commento: ciò rende questo straordinario set fruibile solo da chi comprenda abbastanza bene l'inglese parlato.

link a recensioni esterne:
Highdefdigest (Bluray americano)
DVDfile (Bluray americano)
The Digital Bits (Bluray americano)
AV Forums (Bluray americano)
Forum AV Magazine (Bluray americano/inglese)

Scheda del film
Imdb

mercoledì 16 gennaio 2008

L'uomo senza ombra (Hollow man)

FILM: Thriller fantascientifico con cui Paul Verhoeven aggiorna il mito dell'uomo invisibile. Come suo solito, il regista olandese preme molto sul pedale della violenza e gioca con il lato oscuro della personalità: tuttvia, la prova non convince sia per lo scarso approndimento psicologico che per la scontatezza dell'intreccio. Il tema dell'incorporeità è gestito con poca inventiva, e sfocia in una sequela di molestie o stupri ad opera del protagonista Kevin Bacon, il quale, se non altro, ha l'espressione biricchina adatta al ruolo. Messinscena, effetti speciali e regia sono eccezionali, ma purtroppo Verhoneven non sa giocare le pur ottime carte che ha in mano. Ad esempio, spreca il tema dell'arrivismo, e non sfrutta le potenzialità degli ottimi protagonisti. Inoltre, fallisce proprio sul terreno a lui più congeniale e cioè il deterioramento della coscienza, una volta liberata da limiti fisici e morali. Al suo posto imbastisce una storiella di vendetta (per gelosia e motivi professionali), che non solo glissa ogni suggestione parascientifica, ma che svilisce il sempre valido tema del "doppio". In tal senso, infatti, lo scienziato protagonista è fin troppo infervorato ben prima di perdere i suoi confini corporei e pertanto non subisce una reale mutazione. La caccia finale, confinata nel laboratorio sotterraneo come quasi tutto il film, ha più punti in comune con Alien che col classico di H.G. Welles, ed è l'ennesima prova della poca ispirazione generale: tuttavia, ha un ritmo forsennato e vanta, come il resto dell'opera, scoppi di "bestialità" inconcepibili per un colossal hollywoodiano. Proprio tali eccessi, ottenuti dallo "sfregamento" ossessivo di razionale e primordiale, salvano la baracca: ma resta un gran rammarico per quanto Verhoeven non riesce a dire sulle pulsioni diaboliche che il potere divino scatena nell'uomo.

QUALITA' VIDEO (8 su 10): L'immagine del BD, compressa tramite algoritmo VC1 su un BD da 50 GB è di buona qualità, anche se non fa gridare al miracolo. I motivi sono diversi, ma quello principale risiede nello stato di conservazione della pellicola, non proprio eccellente. Non che questa sia pervasa di spuntinature, che anzi non salgono mai sopra il livello di guardia: tuttavia, la resa complessiva è leggermente cupa e sfumata, con la conseguenza che il dettaglio appare un po' "morbido" o pastoso, senza però essere insufficiente, tutt'altro. Anche il nero non è sempre dei migliori e, complice un livello di contrasto non altissimo, diventa un po' piatto e "grigiastro" in alcune scene scure. Come se non bastasse, il film include diverse scene inedite o estese (almeno rispetto alla passata edizione in DVD) in cui s'avverte un vero e proprio crollo della qualità video. In tali passaggi, presenti all'inizio (a partire dalla prima riunione coi militari), e in tutta la parte centrale (durante le "scappatelle" dell'uomo invisibile), l'immagine diviene molto più cupa, mentre la definizione viene in buona parte compromessa da una "griglia" di linee verticali che, pur non creando scalettature, rendono l'immagine molto "gassosa". Fortunatamente, la durata di questi passaggi ammonta a pochi minuti e non abbassa troppo il giudizio complessivo. Non vi sono segni evidenti di compressione ed anche l'edge enhancement è ridottissimo: d'altronde la nitidezza non taglientissima (ma comunque molto cinematografica e talvolta persino "brillante") suggerisce che non sia stato applicato alcun algoritmo di accentuazione del dettaglio o dei contorni. COme già detto, i colori non fanno gridare al miracolo, anche se la resa cromatica generale è abbastanza vivace e "pastellosa, soprattutto grazie al contributo delle tonalità verdi, blu (che assieme al grigio dominano la palette) e rosse. Queste ultime, in particolare, diventano molto profonde sul finire del film, quando abbondano il sangue e gli effetti della termovisione agli infrarossi. Non si registra la presenza di rumore video, anche se certe sequenze con gli effetti digitali (spesso bellissime) hanno una fotografia più piatta, ma, paradossalmente, più incisiva. Alla fine lo scarto dal DVD è sempre evidentissimo (soprattutto su grandi schermi) anche se non era certo questo il film da trasferire in Bluray con tanta fretta per dimostrare le capacità dell'Alta definizione.

QUALITA' AUDIO (9 su 10): L'audio italiano Dolby True HD 5.1 (1,5 Mbit), è davvero eccellente e coinvolge lo spettatore sia nei momenti più tranquilli dell'inizio, che durante il movimentato finale. Ciò che distingue la traccia è il buon livello d'aggressività, il quale, pur non toccando i vertici assurdi di Underworld e Resident Evil Apocalypse, eleva l'audio dall'anonimato. La grande estensione verso le medie ed alte frequenze è ovvia fin dalla prima scena "del topolino", e successivamente viene riconfermata in tutte le sequenze nel laboratorio. In particolare, colpiscono quelle ambientate nella stanza degli animali, in cui i canali posteriori s'animano con la medesima veemenza dei frontali. Il canale centrale è pulito e ben compattato ai diffusori laterali: inoltre, riproduce voci piene ed indistorte. Le musiche suonano con buona ampiezza e volume, e quando s'attenuano lasciano spazio ad effetti frontali separatissimi. Il volume di registrazione è iper elevato, ma il fruscio è quasi del tutto assente anche nei momenti tranquilli (non tanti, per la verità). Dove però la colonna sonora dà il meglio è nella seconda parte, in cui si susseguono ogni genere d'effetti: si va dagli spari, all'acqua, ai vetri infranti, agli urti metallici (secchi e profondi), fino ad arrivare ad una serie d'esplosioni fra le più lunghe ed "articolate" mai sentite. Il coinvolgimento è ai massimi livelli, complice anche un calore degli effetti quasi "insolito" per una traccia Dolby Digital e molto più simile a quella che s'ascolta nel DTS. Il subwoofer, infine, accompagna la scena in modo convinto, senza però debordare.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (7 su 10): I contenuti extra, accessibili da un menù a scomparsa o fisso, includono una bella featurette da 15 minuti (ricca d'interviste al regista e a buona parte del cast artistico/tecnico), un ricco documentario di 40 minuti diviso in ben 11 parti indipendenti e un confronto fra tre sequenze con e senza effetti speciali, per una durata di circa 4 minuti. Ovviamente, il pezzo forte del comparto extra è costituito dal documentario che s'addentra nelle lavorazione del film senza risparmiare aneddoti, curiosità e retroscena, in particolare dei complicatissimi effetti speciali. Tali contributi filmati sono proposti in bassa definizione, e sottotitolati anche in italiano.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum AV Magazine (Bluray italiano)
Forum DVD Essential (Bluray italiano)
Highdefdigest (Bluray americano)
DVD Authority (Bluray americano)
DVD Beaver (Bluray americano)


Scheda del film
Imdb

mercoledì 9 gennaio 2008

Giovani aquile (Flyboys)

FILM: Giocattolone bellico che ricostruisce, con ampio uso di grafica digitale, le gesta d'alcuni volontari americani arruolatisi nell'aviazione francese, durante la prima guerra mondiale. Vorrebbe essere un affresco epico, ma il risultato finale, melenso e posticcio, manca sia d'approfondimento psicologico che di pathos. Le vicende dei molti personaggi sono solo abbozzate e si sfilacciano per un deficit di sceneggiatura, mentre i temi dell'iniziazione e della catarsi, in cui la pellicola cerca spessore, vengono ammazzati a suon di stereotipi. Su tutti, risaltano quelli sentimentali (legati alla storia d'amore fra il protagonista James Franco e la rifugiata francese) ma ci sono anche quelli razziali, familiari, di classe e di grado. Come se non bastasse, funziona poco anche il lato "cavalleresco" che il film tenta di attribuire agli scontri aerei, mentre quello psicanalitico, per cui la guerra diventa occasione di riscatto personale e sociale, non ingrana per la troppa frettolosità con cui viene affrontato. Se non altro, le molte scene aeree sono iper-spettacolari, e di certo ben coreografate: tuttavia, l'uso massiccio di computer grafica fa pensare più a Star Wars che a "I giorni delle aquile". Sempre la manipolazione digitale, inoltre, plastifica un po' troppo certi totali cittadini, ed anche la fotografia, affievolendo il senso di realismo storico. E ciò è un peccato, visto che la messinscena è senza dubbio colossale e molto dettagliata. Alla fine, comunque, non ci s'annoia, grazie a certe stravaganze e qualche eco dell'ossessione "mobidckiana" per il nemico: ma vanno messi in conto, oltre ai problemi di cui sopra, le dinamiche da videogame, la mancanza di passione (ormai un cancro della moderna epica cinematografica) e pure un Jean Renò sempre più parodia di se stesso.

QUALITA' VIDEO (8 e 1/2 su 10): Giovani aquile è registrato su un capientissimo Bluray da 50 gigabyte ma è compresso con il vetusto algoritmo mpeg2. Tuttavia, la qualità d'immagine (nel formato originale 2.35:1) non sembra aver risentito più di tanto della scelta, dato che è elevatissima e soffre, al più, d'alcuni limiti legati al tipo di ripresa, completamente digitale. Fin dalle prime inquadrature, le immagini appaiono molto incisive, tridimensionali e "cariche". In particolare stupiscono, già nell'incipit con Jess Franco, il livello di contrasto e di saturazione dei colori, che quasi abbagliano la vista. Il contrasto, che affianca una luminosità eccellente nelle scene diurne e molto buona in quelle notturne, è davvero potente ma non "brucia" mai il quadro (vedere Hostel 2): ciò significa che i neri sono sempre profondi ma non cannibalizzatori di dettaglio e che i bianchi sono brillantissimi. Come accennato, le tinte sono accese e, nelle molte scene con dominanti rosso-arancioni, immergono la scena in un'aura caldissima. Lo stesso accade in sequenze con dominanti blu, mentre in quelle neutre stupiscono le tinte degli incarnati e di certe tonalità delle divise militari. Il livello di dettaglio è incredibile nei totali delle città (fra i migliori mai visti in HD) e nei paesaggi, e ancora ottimo nei campi medi. Sui primi piani meno contrastati, invece, la resa dei volti appare lievemente "ombrosa" e un po' smerigliata. Il risultato è molto simile a quello visto in Superman Returns, che, non a caso, è girato sempre con telecamere digitali. Nulla che comprometta la resa HD del disco, s'intende, anche se, al confronto, gli incarnati di titoli come Dejavù, i Fantastici 4 o Shining hanno una marcia in più, o forse anche due. Le scene aeree sono molto brillanti e nitide, anche se la resa dei fondali è decisamente "ammorbidita" dalla fotografia "digital/vintage", mentre le svariate scene notturne presentano, in qualche caso, un lieve rumore video. Sempre le scene scure (fra cui quelle nel bar e, soprattutto, quelle negli alloggi) hanno qualche problema con il livello del nero, un po' meno tridimensionalee virato al blu. Nel complesso, comunque, il livello qualitativo medio si mantiene molto alto, ed eccelle soprattutto nelle varie sequenze di "briefing", graziate da un luminosità che rende il dettaglio abbastanza tagliente. Assenti sia l'edge enhancement che altri segni di compressione, salvo il suddetto rumore video che, tuttavia, potrebbe discendere dalla ripresa digitale.

QUALITA' AUDIO (9 su 10): L'audio italiano DTS 5.1 (768 Kbit) è adeguato alla caratura delle immagini ed immerge nell'azione grazie ad una dinamica potente e ad un uso accorto di tutti i diffusori. Questi ultimi, si prodigano in una marea d'effetti sia frontali che posteriori e rendono le molte battaglie nei cieli estremamente immersive. Il volume di registrazione è più che buono (anche se non tocca livelli record), il fruscio è praticamente assente, mentre le voci sono piene ed abbastanza in primo piano. Fin dalle prime battute, le musiche suonano ben definite sui canali laterali e mettono in evidenza una buona propensione verso le basse frequenze di tutta la colonna sonora. Gli effetti, in particolare spari, esplosioni, e motori degli aerei, sono bruschi e secchi, ma, grazie al "calore" della traccia, non sono mai fastidiosi. Si prendano, come esempio, tutte i decolli dei velivoli, o le sequenze di bombardamento, o ancora l'esplosione del dirigibile, potente ma non "eccessiva". Come già detto, la scena sonora è molto vivace e ciò è possibile grazie all'apporto di canali posteriori sempre presenti con ambienza e, soprattutto effetti attivi molto estesi in dinamica. Su tutti, stupiscono il rombo degli aerei, che transita da un diffusore all'altro, e il rumore delle loro mitragliatrici, che, in qualche caso, rischia di distrarre lo spettatore dalle immagini. Non sono comunque da sottovalutare le scene tranquille, sonorizzate con rumori di persone, veicoli e, in qualche passaggio, della natura. Il subwoofer rinforza la scena con decisione, anche se la potenza delle basse frequenze nei canali principali è già di notevole efficacia, purchè si disponga di diffusori adeguati.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (7 su 10): Gli extra, organizzati nel solito, scomodissimo menù a scomparsa dei titoli Fox, sono abbastanza interessanti, anche se si concentrano più sulla storia della squadriglia aerea a cui il film s'ispira, che non alla lavorazine del film stesso. Il fulcro dei contenuti è costituio da 6 featurette: si comincia con "Veri eroi - la Fayette Escadrille" (26 minuti), per proseguire con "Diario di un pilota di acrobazie aeree in miniatura" (8 minuti), "Whiskey, il leone mascotte" (5 minuti), "I veri aerei di Flyboys" (9 minuti), "Prendere il volo: making of delle battaglie aeree" (11 minuti) e infine "La corsa dei Flyboys con Air Force Thunderbirds e Navy Blue Angels" (5 minuti). La prima e più corposa featurette è anche la più piacevole, dato che in essa vengono narrati molti aneddoti sull'aviazione ai tempi della prima guerra mondiale. Anche il making of, comunque, è piuttosto istruttivo, sebbene sia poco approfondito, mentre il filmato col pilota in miniatura si poteva anche omettere, in favore, magari, di un più corposto inserto sull'utilizzo (e la distruzione) di modellini nel film. Oltre alle featurette, trovano posto 6 scene eliminate (circa 17 minuti), il trailer del film e quello di Rocky, più una traccia di curiosità denominata "Guida aerea a Flyboys" (non testata). Da notare che i trailer e quattro delle sei featurette sono presentati in HD: questi ultime, in particolare, vantano una qualità video quasi sempre stupenda. Il tutto è sottotitolato anche in italiano.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum Avmagazine (Bluray italiano)
Highdefdigest (Bluray americano)
DVD Review (Bluray americano)
DVD Town (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb

mercoledì 2 gennaio 2008

Robocop

FILM: Fantathriller che segna il debutto hollywoodiano del regista olandese Paul Verhoeven. Cinico ed iperviolento, è non solo uno dei più fulgidi manifesti della filosofia cyberpunk, ma rappresenta una feroce, quanto grottesca satira del rampantismo. Vanta una drammaticità che rende la prima parte insostenibile ed una commistione, d'umano e tecnologico, dalla straniante efficacia: nel futuro verhoeveniano, infatti, La cibernetica non libera l'uomo ma lo dilania fuori e dentro le carni, alterandone l'integrità psicologica. Inoltre, aliena da una società già disumanizzata e trasforma i ricordi in realtà virtuali svuotate di sentimento, e per questo frustranti. L'ironia, sempre acuta e nerissima, sdrammatizza i toni senza attenuarne l'intensità, mentre il coinvolgimento è garantito da tre cattivi da antologia (un super-criminale, uno spietato dirigente d'azienda e il giovane yuppie che vuole soffiargli il posto) interpretati da altrettanti, memoriabili caratteristi. Questi ultimi riassumono la spietatezza d'un mondo in cui l'arrivismo ha preso il posto della selezione naturale e dove chi non è nessuno muore. In tale ottica, il finale della "direttiva 4" è quasi un tocco di genio e fa perdonare certi toni troppo "cristologici". Straordinari gli effetti speciali di Rob Bottin e Phil Tippet, strepitose le scene d'azione della seconda parte, in cui, proprio come all'inizio, i corpi vengono "liquefatti" o fusi col metallo, in maniera dolorosissima. La conclusione è solo in apparenza consolatoria, dato che l'uomo-macchina torna uomo solo quando si vendica, ma resta comunque discutibile la scelta d'affogare nell'ultraviolenza i molti spunti psicologici. D'altro canto, proprio la violenza, "necessaria", disturbante, sopra le righe, è al centro della poetica di Verhoeven e comunque non affossa, ma anzi esalta l'elemento spersonalizzante e, a suo modo, sovversivo della pellicola.

QUALITA' VIDEO (7,5 su 10): Per un superclassico quale Robocop, Fox non si spreca e sforna un disco dalla caratteristiche al "minimo sindacale". Il video è compresso con il vetusto algoritmo Mpeg2 e registrato su un bluray single-layer da 25 gygabyte. Il master video utilizzato è lo stesso della "Best-edition" in DVD uscita qualche mese fa: quest'ultimo, si differenzia dai precedenti in una minore saturazione dei colori, e addirittura un certo viraggio al rosa d'alcune scene. Inoltre, sempre tale master presenta un livello superiore di granulosità, anche se ciò si limita, ancora una volta, a scene sporadiche. Per un film con vent'anni sulle spalle che non ha subito particolari restauri, il livello di definizione delle immagini è buono, anche se non eccezionale. A dir la verità, comunque, le prime sequenze fanno temere il peggio. Il logo Orion d'apertura è sgranatissimo (e pure fuori frame), le prime scene del telegiornale "Media Break" (che intervallano tutto il film) sono più sporche e mosse che nelle passate edizioni, e persino l'inquadratura introduttiva della stazione di polizia delude per la poca brillantezza. Subito dopo, però, l'immagine migliora molto, fino a raggiungere il livello medio che accompagnerà tutta la visione. In questi frangenti, la definizione s'attesta su livelli ben più che accettabili, i contorni s'assottigliano e il quadro raggiunge un ottimo grado di pulizia generale. Contrasto e luminosità sono nella norma (anche se il nero non "spinge" più di tanto), mentre, come già accennato, i colori non sono particolarmente caldi. Ciò è evidente soprattutto sull'armatura di Robocop, che non è più blu come nei vecchi master, ma assume tonalità grigiastre. Non si segnalano particolari difetti di compressione, salvo forse un lieve edge enhancement, che affligge soprattutto la prima parte del film. Sempre nella prima parte, ad esempio durante la presentazione del droide ED209, si concentrano i peggiori cali di definizione, che ricompaiono anche nel prefinale. Durante tali passaggi, la grana aumenta sensibilmente e s'aggiunge ad un rumore molto forte, ma di non facile identificazione. Inoltre, sempre in tali passaggi, il contrasto si "sballa" improvvisamente, per poi riassestarsi nel giro d'un cambio d'inquadratura. Ciò è dovuto sia alla presenza di molti effetti speciali ottici "old style", che a scene estese incluse in questa versione del film (ovvero l'unrated extended cut). La resa complessiva, insomma, è un po' "discontinua", anche se non mancano passaggi spettacolari, e dotati di quella nitidezza "cinematografica" che ci s'aspetterebbe dall'alta definizione. Si vedano, ad esempio, certe fasi nella sequenza dell'acciaieria, o l'arrivo di Robocop nella stazione di polizia, o, ancora, la sequenza in discoteca, la sparatoria nella fabbrica di droga e buona parte della "resa dei conti". Di certo si sarebbe potuto fare di più sia in termini di restauro che di trasferimento: ma anche così, Robocop in homevideo non s'era mai visto così bene, soprattutto su un grande schermo (46 - 50'' almeno).

QUALITA' AUDIO (5 su 10): L'audio italiano DTS (768 Kbps) è davvero mediocre, e, a differenza dell'immagine, non presenta aspetti che ne risollevino le sorti. Il mix nella nostra lingua sembra ottenuto fondendo gli effetti della colonna sonora originale (che per inciso suona molto meglio) e l'intera pista italiana (confinata però sul centrale). Ma mentre in passato questa tecnica è riuscita a fornire risultati discreti (es. Predator in DVD), nel caso di Robocop qualcosa dev'essere andato storto. Il livello di registrazione è abbastanza basso, mentre le voci sono poco enfatizzate, anche se abbastanza pulite. Il fronte anteriore è sempre piuttosto chiuso e presenta effetti dalla scarsa dinamica. Ampiezza e panning deludono, mentre alti e bassi sono piuttosto limati. Come se non bastasse, le sequenze con musica ed effetti insieme soffrono d'uno strano riverbero che, pur non guastando del tutto l'ascolto, fà rimbombare il tutto in modo innaturale. Paradossalmente, la situazione si risolleva molto quando le musiche cessano e subentra il parlato: ma non ci si aspetti comunque una gran dinamica, soprattutto da spari ed esplosioni. Ben poco il coinvolgimento offerto dai canali posteriori, limitatissimi in dinamica, monofonici e attivi (per modo di dire) solo nelle scene più concitate. Deludente, infine, anche l'apporto del subwoofer, che potenzia le medie frequenze senza particolari slanci.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (1 su 10): Gli extra si limitano al trailer cinematografico in HD, sottotitolato anche in italiano. "Farsesco" il menù a scomparsa che accompagna questo Bluray, dato che, sotto le opzioni "trailer" e "contenuti extra", si limita a riproporre il medesimo, suddetto trailer.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum AV Magazine (Bluray italiano)
Highdefdigest (Bluray americano)
DVD Verdict (Bluray americano)
AVForums.com (Bluray americano)


Scheda del film
Imdb