martedì 4 novembre 2008

Dragon Wars (D-War)

FILM: Atroce fantasy coreno che piazza serpentoni, mostri ed eserciti stile "Signore degli anelli" in mezzo ad una Los Angeles dei giorni nostri (e ribattezzata, per l'occasione, "Liberty city", proprio come nei videogame "Gran Theft Auto"). L'operazione è fallimentare per innumerevoli ragioni ma due risaltano in particolare. La prima è l'assoluta incomprensibilità della trama, che, basata su una leggenda popolare coreana, mescola reincarnazione, lotta ciclica fra bene male ed ascensione a stadi supremi dell'esistenza (leggasi: da serpente a drago). La seconda, ancor più evidente, risiede nell'improbabile mix fra immaginario da leggenda orientale e contesto action-thriller americano: ora, passi il "sincretismo delle culture" e il tentativo di fondere certi generi cinematografici (wuxia, action soprannaturale, colossal catastrofico) ma sentir parlare personaggi tipicamente "made in USA" come fossero esperti "innati" di mitologia coreana è quanto di più bislacco sia riuscito a produrre l'industria cinematografica negli ultimi anni. Se almeno ciò servisse a rendere la storia affascinante, o quantomeno articolata, si potrebbe anche chiudere un occhio: invece, il tutto si riduce all'ennesima fuga della bella in pericolo, mentre è inseguita dai "malvagi" e protetta dal giornalista innamorato di lei. Poco importa che ognuna di queste "pedine" sia la reincarnazione di santoni o guerrieri vissuti secoli prima (ovviamente da coreani, in Corea) e poco importa che dall'esito delle loro azioni dipenda, forse, il destino del mondo, visto che l'epica è la stessa d'una rievocazione fatta da bambini con le loro action figures. Come prevedibile, la sceneggiatura fa di tutto per avvilire, e ci riesce prima con un contorto "flashback nel flashback" (in pratica 10 minuti di "La tigre e il dragone" dentro l'inizio di "Gremlins"), poi ammucchiando personaggi venuti dal nulla, un umorismo da prima elementare e "colpi di scena" più simili ad amnesie di racconto. Il melodramma, inoltre, è d'accatto, mentre la frammentarietà sembra quella d'un film girato a più mani. Basti pensare alla scena in cui i protagonisti svengono nella periferia di Los Angeles e si risvegliano in una simil Terra di mezzo". Sull'implausibilità dell'incredibile (perchè, in fondo, l'incredibile deve avere una sua plausibilità) non si sa se lasci più allibiti l'esercito di cattivi simil-power rangers (con anche rimandi ai Cylon di Galactica 1984) o il serpentone che crea sfaceli ma nessun allarme in città, almeno fino alla mega-battaglia del prefinale. Se non altro, il rigore della confezione non si discute e regala alcuni momenti evocativi che si concentrano, manco a dirlo, nella suddetta mega-battaglia (la sola in cui il fantastico contrasti in modo affascinante con il grigio realismo urbano) e, in parte, nell'ultimo "groviglio" fra i rettili. In entrambe le situazioni, gli effetti speciali sono ottimi, nonostante qualche scadimento nel "televisivo", e la regia è tutto sommato capace di gestire l'azione caotica: ma va da sè che ciò non basta a rendere Dragon Wars un colossal meno "stonato" e "improponibile" ed anzi ci si chiede quanto una tecnica platealmente rozza avrebbe reso più spassosa tutta l'operazione.

QUALITA' VIDEO (8 e 1/2 su 10): L'immagine 2.35:1, compressa in AVC Mpeg4, è ben definita e, inoltre, molto luminosa e coloratissima. Ciò è evidente fin dalla sequenza dei titoli, la quale ha in sottofondo una grafica molto calda e sottile, e quindi nel primo totale su Los Angeles. La cromia è varia e presenta rossi, verdi e blu molto accesi, mentre il nero è quasi sempre profondo ed accompagnato da un ottimo livello di contrasto. La nitidezza, pur buona, non è però costante ed alterna picchi sui primi piani luminosi (le inquadrature dei protagonisti nella redazione del giornale) a cali evidenti in scene al chiuso (quelle al negozio d'antichita, o a casa della protagonista femminile). La grana è abbastanza fine e rispecchia l'impostazione della pellicola originaria: in qualche breve passaggio, però, questa aumenta a dismisura, mentre in scene scure, come quella nel bar, si trasforma in un lieve rumore video. Le parti con effetti spaciali sono nitidissime (s'osservino tutte quelle con i serpenti, o gli eserciti reincarnati) ma creano uno stacco un po' innaturale con gli sfondi, o con scene adiacenti e dalla grana più "grossa". Certe istantanee dei rettiloni digitali, comunque, sono davvero perfette: su tutte, restano nella memoria quelle durante gli assalti nell'ospedale, nel fast food ed in cima al grattacielo, graziate da sfondi così puliti da sembrare dei fermo immagine. Nella lunga sequenza del flashback, purtroppo, fanno capolino alcune sfocature, oltre ad un livello del bianco che, in qualche passaggio, rischia di bruciare i dettagli. In compenso, però, sempre nei flashback ci sono due fra i primi piani più "porosi" e puliti del trasferimento: quello sulla coppia d'innamorati e quello sul bambino, durante la sua transizione ad adulto. La tridimensionalità del quadro è sempre molto spiccata e, dopo qualche flessione durante la battaglia in città, ragguinge il picco massimo nello scontro finale fra i rettili. Quest'ultima scena è forse un po' artificiosa (complice anche il senso di "copia e incolla" di certi effetti digitali) ma le forme dei mostri risaltano in modo impressionante su un cielo cupo, pulito e compattissimo. A livello di compressione non si segnalano artefatti particolarmente fastidiosi ed anche l'edge enhancement non sale mai sopra il livello di guardia. Se a ciò s'aggiunge l'assenza totale di DNR, non si può che rimanere soddisfatti per un quadro tutto sommato vivace e cinematografico e che come unico difetto presenta solo una lieve discontinuità (più nello "stile" fotografico che nel livello qualitativo).

QUALITA' AUDIO (7 su 10): L'audio italiano Dolby True HD (ascoltato da uscite analogiche del lettore Sony BDP S-500 collegate ad ampli Onkyo TXDS-555) è coinvolgente a livello di mix ma solo discreto per quanto riguarda la qualità. Il messaggio sonoro è senza dubbio molto ben distribuito su tutti diffusori e genera sia un fronte anteriore ampio che un posteriore dinamico e preciso. Per accorgersene, è sufficiente ascoltare i primi 5 minuti di film, in cui s'alternano ottime musiche, panning d'elicotteri e vari effetti ambientali. In seguito, la lunga sequenza del flashback conferma le doti pirotecniche della traccia con esplosioni, urla e scie d'ogni genere. La definizione generale sulle alte frequenze è in linea con i canoni d'un prodotto odierno, come dimostrano le voci (perfettamente riprodotte sul centrale) e gli effetti d'ambienza: tuttavia, le scene più fragorose producono molte "bruciature", mettendo spesso in crisi la nitidezza della traccia. Inoltre, sempre nei passaggi "forti", tutto il fronte anteriore sembra impastarsi ed abbassarsi un po' di volume, con un risultato davvero poco piacevole all'ascolto. Per fortuna, tale limite è appena percettibile in tutta la prima parte del film (dove anzi restano nella memoria certi frastuoni causati dai "serpentoni" in scene come quella allo zoo e all'ospedale), mentre si fa preoccupante lungo la battaglia in città. In questa fase, addirittura, il centrale s'inscatola inspiegabilmente e provoca un riverbero abbastanza sgradevole sia delle voci che degli effetti. E ciò è davvero un peccato, dato che, ad esempio, i canali posteriori si prodigano in effetti molto suggestivi: dai panning fronte retro a quelli sinistra destra, passando per gli interventi attivi generati da missili, "versacci" dei draghi e da tutto il contorno d'esplosioni. Lo scontro conclusivo, almeno, riserva qualche effetto frontale più convincente, come certi botti "stermina eserciti" e i vari "sibili" dei rettiloni. In più, il subwoofer convince sempre grazie ad interventi decisi e che mascherano la poca "tenuta" del fronte anteriore: il tutto, però, non risolleva le sorti d'una traccia fantasiosa e dinamica quanto si vuole ma con qualche serio limite.

QUALITA' CONTENUTI EXTRA (5 su 10): Pochi e spartani gli extra, che si aprono con la featurette 5000 anni - dietro le quinte di Dragon Wars (18 min. 10 sec.) e proseguono con cinque confronti fra storyboard e scene ultimate (11 min. 19 sec.), una galleria di disegni preparatori e i trailer di Waterhorse, Across the universe e Saawaryia. La featurette mostra qualche set e la realizzazione d'alcuni effetti speciali: ma il taglio è superficiale ed affogato in ingenue interviste che il regista Hyung-rae Shim ha rilasciato durante la prima del film in Corea. Non per nulla, l'unico aspetto piacevole del filmato resta l'entusiasmo eccessivo del pubblico (sia prima che, incredibile, dopo la proiezione) mentre ascolta le suddette fesserie pronunciate dal regista. I confronti fra storyboard sono ben realizzati ma molto anonimi, mentre i disegni preparatori, anche se ottimi, sono un po' troppo derivativi. Tutti gli extra filmati sono in bassa definizione, eccetto i trailer degli altri titoli Sony, presentati in un 1080p eccellente nel caso di Waterhorse e Across the universe e solo sufficiente per Saawaryia. Sono inclusi sottotitoli sia in inglese che in italiano. I contenuti vengon ospitati in un bel menù fisso che però impiega molto tempo a caricarsi, almeno su lettori diversi dalla Playstation 3. La causa della lentezza sta nell'implementazione del linguaggio java, utilizzato per il funzionamento d'un inutile bookmark interattivo.

link a recensioni esterne:
AfDigitale (Bluray italiano)
Forum AV Magazine (Bluray italiano)
Tutto Digitale (Bluray italiano)
DVD Talk (Bluray americano)
Movie Freak (Bluray americano)
Highdefdigest (Bluray americano)

Scheda del film
Imdb

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